Di Michele Brambilla
La mattina del 12 gennaio, festa del Battesimo di Gesù, Papa Francesco impartisce il primo dei sacramenti a 32 neonati, figli di collaboratori laici vaticani, nella solenne cornice della Cappella Sistina. Nell’omelia della Messa, il Pontefice si sofferma su una frase pronunciata dal Signore nella pagina di Vangelo assegnata alla liturgia del giorno (cfr. Mt 3,13-17): «Gesù risponde a Giovanni: “Si faccia ogni giustizia” (cfr Mt 3,15). Battezzare un figlio è un atto di giustizia, per lui».
«E perché?», si chiede la cultura relativista contemporanea, più propensa a lasciare al bambino la “libertà di scelta”. «Perché», risponde Francesco, «noi nel Battesimo gli diamo un tesoro, noi nel Battesimo gli diamo un pegno: lo Spirito Santo», che, come insegna la teologia trinitaria, è Dio stesso, il Sommo Bene. «Il bambino esce [dal Battesimo] con la forza dello Spirito dentro: lo Spirito che lo difenderà, lo aiuterà, durante tutta la vita. Per questo è così importante battezzarli da bambini, perché crescano con la forza dello Spirito Santo».
Il Santo Padre per il discorso all’Angelus, pronunciato come sempre alle 12.00, prende le mosse dalla medesima citazione evangelica. A porsi la questione della giustizia di ciò che sta avvenendo è, però, lo stesso san Giovanni Battista: «l’evangelista descrive il dialogo fra Gesù, che chiede il battesimo, e Giovanni Battista, che vuole rifiutarsi e osserva: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?” (Mt 3,14)». Il Papa rammenta che nella sua predicazione «Giovanni aveva dichiarato che fra lui e Gesù esisteva una distanza abissale, incolmabile. […] Ma il Figlio di Dio è venuto proprio per colmare questa distanza fra l’uomo e Dio. Se Gesù è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell’uomo, e riunisce ciò che era diviso».
La giustizia di Cristo è quindi ricongiungere Creatore e creatura, che il peccato originale aveva separato. «Il Messia chiede di essere battezzato», spiega Francesco, «perché si compia ogni giustizia, si realizzi il disegno del Padre che passa attraverso la via dell’obbedienza filiale e della solidarietà con l’uomo fragile e peccatore. È la via dell’umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli». I cattolici devono essere missionari con lo stile di Gesù: «il buon discepolo è quello umile, mite, quello che fa il bene senza farsi vedere. Nell’azione missionaria, la comunità cristiana è chiamata ad andare incontro agli altri sempre proponendo e non imponendo, dando testimonianza, condividendo la vita concreta della gente».
Viviamo però in un’epoca in cui moltissimi battezzati sono dimentichi (a volte persino ingrati) del dono ricevuto. Il Papa, allora, sprona di nuovo a ricordare il giorno del proprio battesimo:«Quando tornerete domandate: quando sono stata battezzata? Quando sono stato battezzato? E festeggiare nel cuore la data del battesimo ogni anno. Fatelo. È anche un dovere di giustizia verso il Signore che è stato tanto buono con noi».
Lunedì, 13 gennaio 2020