Promossa e organizzata da Alleanza Cattolica e dalla Conferenza Internazionale delle Resistenze nei Paesi Occupati, la tournée italiana di S.E. Son Sann, il leggendario capo dei khmer bianchi, risveglia l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale su un «punto caldo» della situazione politica mondiale. Gli incontri ufficiali, le conferenze stampa e le manifestazioni di Torino e di Milano.
Per ricordare una Resistenza dimenticata
«Cambogia 1985: ancora urla dal silenzio»
«Il mio popolo vuole vivere e sperare»: con questa ferma dichiarazione d’intenti S.E. Son Sann si è presentato al pubblico e alla stampa italiana durante una tournée che, dal 13 al 20 novembre 1985, lo ha visto nel nostro paese su invito di Alleanza Cattolica e della CIRPO-Italia. Il primo ministro cambogiano era accompagnato da Pierre Faillant de Villemarest, con il quale ha tenuto una conferenza stampa a Ginevra il 18 novembre 1985, alla vigilia dell’apertura del vertice USA-URSS.
La stessa determinazione ha espresso in occasione dell’incontro al ministero degli Esteri italiano, dove è stato ricevuto il 19 novembre da una delegazione guidata dal sottosegretario Corti; il giorno successivo, in Vaticano, quando ha incontrato S.E. mons. Achille Silvestrini, segretario del consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa; e durante il colloquio che ha avuto con il professor Paolo Ungari, presidente della commissione per i Diritti Umani presso la presidenza del Consiglio.
In tutte queste occasioni ha ricordato le drammatiche condizioni in cui sono costretti a vivere i profughi cambogiani accampati al confine con la Thailandia, privi di viveri e di medicinali e oggetto di frequenti bombardamenti da parte dell’aviazione e dell’esercito vietnamita. Al Santo Padre, attraverso mons. Silvestrini, ha chiesto di pregare per la vittoria dei valori spirituali sul materialismo, che combatte con estrema violenza tanto i cattolici polacchi quanto i musulmani afghani e i buddisti cambogiani.
Son Sann è nato a Phnom Penh, la capitale della Cambogia, il 5 ottobre del 1911, e a soli ventiquattro anni ha cominciato a servire il suo popolo diventando deputato e governatore della provincia cambogiana di Battambang. Eletto nel 1951 presidente dell’assemblea nazionale, per 17 volte ministro degli Esteri o delle Finanze dal 1946 al 1968, nel 1955 fonda la banca nazionale della Cambogia.
Nell’agosto del 1968 decide di ritirarsi dalla vita politica, intendendo denunciare, con questo gesto clamoroso, la grave corruzione che mina dall’interno la vita politica della sua nazione.
In quegli anni la Cambogia va alla deriva. Governata dal principe Norodom Sihanouk fino al 1970, la nazione khmer pratica ufficialmente una politica di neutralità, ma di fatto tollera il passaggio dei guerriglieri vietcong nella parte nordorientale del paese, lungo la cosiddetta «pista di Ho Chi Minh», mentre suscita crescente indignazione la corruzione dell’entourage del principe (1).
Sihanouk viene destituito il 18 marzo del 1970 dall’unanimità dell’assemblea nazionale, sostituito prima da Cheng Heng e poi dal generale Lon Nol nel febbraio del 1972. Negli stessi anni, però, si rafforzano i guerriglieri comunisti filocinesi, i famigerati khmer rossi, che conquisteranno il potere nell’aprile del 1975. Inizia così il periodo probabilmente più drammatico della storia della nazione, come ha anche documentato la proiezione in tutto il mondo del film Urla del silenzio: i dirigenti dei khmer rossi, guidati dal segretario generale del Partito Comunista Cambogiano (PCK), il tristemente famoso Pol Pot, formati al marxismo nelle università di Parigi, applicano il comunismo integrale e provocano un autentico genocidio, sopprimendo direttamente o indirettamente circa due milioni di cambogiani, quasi un terzo della popolazione.
Ma l’odissea della Cambogia non finisce con la sconfitta dei khmer rossi, che avviene nel gennaio del 1979 quando l’esercito vietnamita entra nella capitale e instaura un governo-fantoccio guidato da Heng Samrin, khmer rosso della fazione filovietnamita. Passata da un comunismo filocinese a un regime altrettanto comunista e legato esplicitamente agli interessi del Vietnam, la Cambogia «reale» continua a soffrire. Mentre i khmer rossi, sempre sostenuti dalla Cina, si ritirano sulle montagne della parte nord-occidentale del paese, mentre il principe Norodom Sihanouk riesce ancora a trovare seguaci disposti a combattere per lui, i patrioti cambogiani anticomunisti chiedono a Son Sann di guidarli, e sotto la sua presidenza fondano il Fronte Nazionale di Liberazione del Popolo Khmer.
Durante la sua visita in Italia, abbiamo potuto osservare a lungo quest’uomo che porta impressi nel volto non più giovane, ma che ancora esprime grande vitalità, i segni di una duplice sofferenza.
La prima causa delle sue sofferenze risale ormai a tanti anni fa, quando scelse di abbandonare la vita politica attiva per non essere complice della corruzione prima, del comunismo poi.
L’altro fattore per cui è sembrato di cogliere un nuovo motivo di sofferenza nel capo dei khmer bianchi è invece strettamente legato alle vicissitudini che il popolo cambogiano attraversa da non pochi anni. In particolare, i bombardamenti con cui i vietnamiti colpiscono i civili rifugiatisi nei campi in territorio thailandese e la mancanza di aiuti economici e militari da parte dell’Occidente alla componente anticomunista della Resistenza, quella da lui diretta, che lo ha praticamente costretto a stipulare un accordo con le altre forze della Resistenza, costituite dai khmer rossi e dai seguaci del principe Sihanouk e che ricordano da vicino la barbarie comunista del periodo in cui governava Pol Pot e la corruzione morale degli anni precedenti.
Questo accordo, stipulato a Singapore il 4 settembre 1981, e a cui poi è seguita la costituzione del governo di coalizione della Kampuchea Democratica, impegna le tre componenti a non attaccarsi reciprocamente in pubblico fino alla liberazione della Cambogia dalla presenza dell’esercito vietnamita. Son Sann, che è primo ministro di questo governo, si è rigorosamente attenuto a questo impegno sia negli incontri con la stampa italiana, sia nelle due conferenze pubbliche; ma credo che a nessuno sia sfuggito il suo imbarazzo e il suo dolore per una situazione a cui è costretto dall’abbandono dell’occidente.
A Torino
La visita in Italia del presidente Son Sann è iniziata a Torino, poco dopo il suo arrivo all’aereoporto Caselle, con un cocktail privato in cui hanno dato il benvenuto all’uomo politico cambogiano i dirigenti piemontesi di Alleanza Cattolica e alcune personalità del mondo politico e culturale.
Il 14 novembre, il leader cambogiano, in compagnia di Pierre Faillant de Villemarest e di Massimo Introvigne di Alleanza Cattolica ha incontrato un gruppo di giornalisti: erano rappresentati La Stampa, il Giornale, l’agenzia ANSA, la RAI-TV, le televisioni private Tele Vox e Tele Subalpina. A quest’ultima rete, che è la televisione diocesana torinese, il presidente Son Sann ha concesso una intervista particolare.
Nel pomeriggio, Son Sann e i suoi accompagnatori, con una delegazione di Alleanza Cattolica, hanno incontrato nel Palazzo della Giunta Comunale Piemontese il Presidente della Regione Piemonte, Vittorio Beltrami, che si è intrattenuto in cordiale colloquio con il leader cambogiano e ha espresso la solidarietà del Piemonte alla Resistenza nonché il suo personale compiacimento per l’iniziativa di Alleanza Cattolica.
In serata presso la sala SEAT oltre quattrocento persone hanno affollato l’incontro internazionale Cambogia 1985: ancora urla dal silenzio, costringendo gli organizzatori ad allestire due sale supplementari per consentire a quanti non avevano potuto trovare posto nel salone centrale di seguire la manifestazione in circuito chiuso con l’ausilio di teleschermi.
Dopo il saluto introduttivo di Ferdinando Leotta a nome di Alleanza Cattolica, l’assessore Giampiero Leo ha letto un messaggio del sindaco di Torino Giorgio Cardetti e ha quindi consegnato al presidente Son Sann le chiavi d’argento della città. Ha poi preso la parola Massimo Introvigne che ha illustrato le ragioni dell’iniziativa, notando come stia crescendo nel mondo cattolico accanto al tradizionale volontariato assistenziale e caritativo anche un volontariato culturale e politico che manifesta una nuova soggettività cattolica nella vita della nostra nazione. Pierre Faillant de Villemarest, a nome della CIRPO-France, ha presentato la vita e l’opera dell’uomo politico cambogiano. Dopo la proiezione del film Il dramma della Cambogia il presidente Son Sann ha illustrato, in un vigoroso discorso di un’ora, le sofferenze e le prospettive del suo popolo.
Al termine della serata il presidente si è ancora intrattenuto con dirigenti di realtà politiche, religiose e culturali presenti a Torino.
A Milano
La giornata milanese di S.E. Son Sann è cominciata con una conferenza stampa caratterizzata dall’insolita presenza delle studentesse di un liceo classico femminile della città con le quali il presidente ha voluto intrattenersi prima di rispondere alle domande dei giornalisti, per esternare la sua speranza di potere vivere al più presto insieme alla sua famiglia e al suo popolo in una Cambogia finalmente liberata e tornata a una esistenza civile e a misura d’uomo.
Presentato alla stampa da Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica – che ha spiegato il significato della manifestazione che avrebbe avuto luogo nella stessa serata, nell’ambito delle attività della CIRPO-Italia a sostegno delle Resistenze dimenticate – e da Pierre Faillant de Villemarest – che ha brevemente descritto le caratteristiche e la importanza dello scontro in atto nel Sud-Est asiatico alla vigilia del summit di Ginevra -, S.E. Son Sann ha fatto il punto sulla situazione politica e militare della Resistenza e poi ha a lungo risposto alle numerose domande che i giornalisti gli hanno rivolto.
Erano presenti inviati e redattori di testate nazionali e locali, tra cui il Corriere della Sera, Avvenire, La Notte, Gazzetta Ticinese, La voce repubblicana, Mondo e Missione, nonché redattori e operatori di Telenova.
In serata, presso l’auditorium Don Bosco, un pubblico di circa cinquecento persone ha accolto il presidente del Fronte Nazionale di Liberazione del Popolo Khmer.
Dopo la consegna di un mazzo di rose alla signora Son Sann, che ha accompagnato il marito nel corso di tutti i suoi incontri, sono stati letti alcuni tra i numerosi messaggi pervenuti, tra cui quello dell’avvocato Giuseppe Zola, prosindaco di Milano, dell’on. Roberto Formigoni, responsabile nazionale del Movimento Popolare e deputato al Parlamento europeo e del consigliere regionale avvocato Serafino Generoso. Ha comunicato il suo apprezzamento per la iniziativa anche il presidente della Giunta Regionale, Giuseppe Guzzetti. Era presente fra il pubblico il consigliere regionale avvocato Ignazio La Russa.
Giovanni Cantoni ha quindi introdotto l’incontro, presentando al pubblico i due relatori della serata, Pierre Faillant de Villemarest e S.E. Son Sann. Entrambi sono stati indicati come «esperti» della guerra di conquista del mondo da parte del socialcomunismo; Giovanni Cantoni ha così invitato tutti a tenere in assoluta considerazione la diagnosi di questi «esperti», allo scopo di prevenire e di evitare un ulteriore aggravio del dominio socialcomunista sull’umanità, ricordando anche come i quotidiani del giorno stesso scrivevano, a proposito della tragedia in Colombia, che si sarebbe potuta evitare se le autorità avessero dato retta agli «esperti» che avevano previsto la eruzione vulcanica.
Ha quindi preso la parola Pierre Faillant de Villemarest, che si è particolarmente soffermato sui motivi che hanno portato alla costituzione del governo di coalizione della Kampuchea Democratica, spiegando come il mancato aiuto dell’Occidente alla componente anticomunista della Resistenza abbia costretto Son Sann a stipulare suo malgrado questo accordo che gli ha poi permesso di incrementare la forza militare del Fronte Nazionale di Liberazione beneficiando – seppure in misura estremamente ridotta rispetto agli aiuti che continuano a pervenire ai khmer rossi – del sostegno materiale proveniente dalla Cina. Pierre de Villemarest ha poi descritto le conseguenze nefaste del periodo che ha visto la Cambogia dominata dal terrore comunista dei khmer rossi, dando quel giudizio profondamente negativo sulla componente comunista filocinese del governo di coalizione che Son Sann non avrebbe potuto esprimere per gli accordi intercorsi tra le parti della Resistenza.
Il fondatore della CIRPO-France ha quindi presentato Son Sann, ripercorrendo brevemente la storia della sua vita pubblica dal 1935 a oggi, nel corso di ormai mezzo secolo speso al servizio della nazione cambogiana.
Infine, l’intervento più atteso della serata, quello appunto di S.E. Son Sann, che, interrotto ripetutamente da lunghi e calorosi applausi, si è soffermato per più di un’ora a descrivere la storia recente della sua nazione e le caratteristiche politiche e militari del Fronte Nazionale di Liberazione del Popolo Khmer da lui fondato e presieduto.
In conclusione, Son Sann ha ancora ribadito le richieste di aiuto diplomatico, politico e umanitario che, a nome del governo di coalizione, presenterà al ministero degli Esteri italiano e a tutti i governi occidentali che vorranno aiutare e ascoltare il popolo cambogiano e i combattenti che lo difendono, stanchi di soffrire, di morire e di essere dimenticati.
Note:
(1) Cfr. JEAN DELVERT, Le Cambodge, Presses Universitaires de France, Parigi 1983, p. 111.