Di Gaia Corrao da il nuovo giornale del 06/02/2020
Marco Invernizzi è il successore di Giovanni Cantoni alla guida di Alleanza Cattolica, la realtà ecclesiale fondata tra gli anni ’60 e ’70 dallo studioso piacentino, morto alcune settimane fa.
Laureato in filosofia all’Università Cattolica di Milano con una tesi sul periodico “Fede e ragione” nell’ambito della storia del Movimento Cattolico italiano nel decennio 1919-29, Invernizzi milita dal ’72 in Alleanza Cattolica. Dal 1989 conduce a Radio Maria la trasmissione settimanale “La voce del magistero”.
Imponenente figura di intellettuale cattolico e pensatore impegnato: chi era Giovanni Cantoni?
Certamente Giovanni Cantoni ha avuto un ruolo importante nella cultura cattolica del XX secolo, sia per aver conoscere al pubblico italiano diversi autori che altrimenti sarebbero rimasti ai margini, sia per l’analisi costante della storia contemporanea analizzata alla luce delle categorie fornite dal Magistero sociale della Chiesa e dalla scuola contro-rivoluzionaria.
Tuttavia sarebbe riduttivo considerarlo semplicemente un intellettuale perchè il vero lascito di Cantoni consiste nelle persone che ha contruibito a formare spiritualmente e culturalmente
Come nasce Alleanza Cattolica e con quale intenzione?
In questo senso Alleanza Cattolica risulta essere la realizzazione più importante della sua vita. Nasce durante gli anni ’60 a Piacenza come associazione di “quadri”, cioè di singole persone formate attraverso un lungo iter che comprende una spiritualità fortemente mariana e ignaziana, ossia ispirata al carisma di Sant’Ignazio di Loyola – fondatore dei padri gesuiti – una cultura ispirata alla scuola contro-rivoluzionaria nata durante la Rivoluzione francese e da oltre un secolo assente sul territorio italiano, nonchè uno stile che si affina durante gli anni, fatto di studio rigoroso, di prudenza nell’azione, di costanza che Cantoni chiamava l’importanza della “routine”.
Cosa significa il vostro motto “Per una società a misura d’uomo e secondo la volontà di Dio”
E’ una frase di san Giovanni Paolo II pronunciata a Loreto nel 1985, durante il convegno della Chiesa italiana e proposta ai cattolici come scopo della nuova evangelizzazione, cioè dello sforzo apostolico per riformare quel tessuto sociale ispirato al Vangelo che il processo di scristianizzazione in corso aveva lacerato attraverso le tappe della Riforma prostestante, della Rivoluzione francese, del social-comunismo e infine della rivoluzione antropologica esplosa nel 1985.
Qual’è il contributo che la Dottrina sociale della Chiesa da alla società oggi?
Dipende dai cattolici, se conoscono la Dottrina sociale e se hanno veramente intenzione di farne una “parte integrante” della loro fede, come spiegava san Giovanni XXIII nell’enciclica “Mater et magistra”. E poi dipende dalla società: oggi quest’ultima è dominata da una “dittatura del relativismo”, come disse il card. Ratzinger nell’omelia della messa precedente il Conclave dal quale uscì Benedetto XVI, che le toglie la possibilità di comprendere i benefici che la dottrina sociale potrebbe dare alla società. Si tratta di liberare tutti noi da questa cultura nichilista che ci affligge, togliendoci la speranza e la stessa volontà di costruire un mondo migliore, appunto secondo il progetto di Dio.
La voce della Chiesa si è sempre fatta sentire sulle grandi questioni sociali di ogni tempo. Quali sono le sfide di oggi?
La priorità è la difesa e la promozione dell’umano minacciato dalla rivoluzione antropologica esplosa nel 1968. Infatti il virus penetrato nel corpo sociale dopo gli anni della contestazione ha preso di mira ogni singolo uomo e non più soltanto le istituzioni, come era stato nell’epoca precedente, caratterizzata dalla diffusione delle ideologie. Oggi è il singolo uomo il campo di battaglia, conteso fra l’azione salvifica di Dio e le forze che si oppongono all’opera divina di salvezza che si attua attraverso la Chiesa.
Da anni lei collabora con Radio Maria tenendo la rubrica “La voce del Magistero”. Come viene accolto il Magistero, come dire, innovativo di papa Francesco sia dal mondo cattolico che da quello laico?
Il Magistero di papa Francesco ha suscitato una crescente opposizione da parte di ambienti cattolici che appartengono alla cosiddetta area conservatrice o tradizionalista. Alleanza Cattolica è una delle poche realtà di questa area che continua con convinzione a diffondere il Magistero pontificio, di Francesco oggi come dei Pontefici precedenti. Credo che un cattolico debba amare e diffondere l’insegnamento di tutti i Pontefici, aldilà delle differenze di ognuno. “Non gridate : Viva PioIX. Non gridate: Viva Leone XIII. Ma gridate piuttosto: Viva il Papa!“, diceva ai giovani don Bosco.
Anche su questo punto Giovanni Cantoni è stato sempre netto ci ha insegnato ad agire sempre “cum Petro”, con Pietro e in obbedienza a Pietro, chiunque sia chiamato a guidare la Chiesa. Fuori dal mondo cattolico, soprattutto all’inizio del Pontificato, papa Francesco ha raccolto molti consensi per il suo modo diretto di presentarsi e per la trasparenza con cui cerca di presentare l’opera della Chiesa. Speriamo che questi consensi diventino autentiche conversioni.
La ricchezza delle posizioni cattoliche viene sempre più spesso sminuita e marginalizzata. Perchè avviene questo secondo lei?
Perchè Cristo è segno di contraddizione e costringe e a prendere posizioni con Lui o contro di Lui. Può sembrare semplicistico e sgradevole, ma è la realtà che sperimentiamo tutti i giorni nelle cose che contano: la vita, la famiglia, la libertà, la verità.
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