In un pieghevole, in distribuzione dall’ottobre del 1985, la chiara presa di posizione della conferenza episcopale di uno dei principali Stati dell’Unione contro una diffusa e insidiosa modalità di inquinamento morale della società americana. La traduzione dall’inglese è redazionale.
Resa pubblica dai vescovi dello Stato di New York
Dichiarazione pastorale contro la pornografia
La nostra Chiesa crede e noi Vescovi insegniamo queste verità:
– Dio ha creato ciascuno di noi a Sua immagine, chiamandoci all’esistenza tramite l’amore;
– il dono divino della sessualità è parte del piano di amore di Dio per coinvolgerci nel Suo atto creativo che dona la vita.
Proprio perché Dio ha dato a ogni essere umano la scintilla della vita e il dono della coscienza, i peccati che degradano le persone e le disumanizzano violano diritti umani fondamentali.
La pornografia è uno di questi peccati.
La pornografia «riduce la sessualità umana a oggetto di scherno, corrompendo insieme giovani e vecchi, e aprendo la strada a ulteriori crimini come le molestie sessuali, le violenze carnali e altri peccati disumanizzanti» (1).
L’uso delle moderne tecnologie informative per «inquinare» l’etere e i canali di comunicazione con scene di sadomasochismo, incesto, torture sessuali e bestialità costituisce una aggressione contro la pubblica decenza, che ha suscitato la generale indignazione.
Nel nostro paese la repulsione contro il mercato da otto miliardi di dollari all’anno della pornografia ha raggiunto proporzioni tali che alcuni settimanali ne parlano come della «guerra contro la pornografia». In tutto il paese nuovi gruppi, che comprendono femministe, psicologi e comunità religiose – che possono avere visioni completamente differenti a proposito di altri problemi -, si stanno unendo per dare battaglia al peccato della pornografia nella nostra società (2).
Non è vero che non esistono vittime della pornografia; al contrario, tutti noi ne siamo vittime.
Le famiglie e i bambini sono i suoi particolari obiettivi.
Il materiale pornografico arriva non richiesto nelle cassette delle lettere delle famiglie. Strizza l’occhio dalle edicole ai bambini e alle bambine di cinque anni che passano per strada.
La televisione via cavo, che reclama canali per l’accesso pubblico all’etere, ha finito per dare pubblico accesso ai vergognosi propagandisti di perversioni sessuali esplicite, che hanno compreso, in alcune zone del nostro Stato,
– quotidiani programmi notturni con annunci pubblicitari che vendono apertamente le prestazioni di prostitute;
– programmi settimanali che presentano scene di erotismo omosessuale, e che promuovono le attività omofile; e
– sedicenti presentatori di programmi medici, che hanno ripetutamente suggerito l’auto-erotismo come una panacea sessuale.
Ancora più diffusa e più insidiosa è la crescente presenza nelle case di videocassette vietate ai minori e di canzoni rock con parole oscenamente suggestive: diffusa, a causa della rapida crescita della vendita e dell’affitto delle cassette ad adulti che in passato non hanno costituito un mercato per la pornografia; insidiosa, perché questo abuso corrompe un progresso tecnologico che dovrebbe essere utilizzato per educare e per intrattenere in modo sano.
La pornografia è un peccato che rende insensibili e degrada gli adulti che lo commettono; insulta e fa violenza a tutte le donne; promuove la violenza sessuale; espone i bambini – che vi hanno facile accesso – a un rischio terribile; conduce sia i produttori che gli utenti a considerare sé stessi e gli altri come semplici oggetti di cui usare e abusare come si vuole.
La pornografia, pertanto, corrompe tutta la nostra società violando quella che di essa è la più grande ricchezza: l’integrità e la dignità donata da Dio a ogni essere umano.
Sondaggi indipendenti dimostrano che un grande numero di americani comprende chiaramente gli effetti malvagi della pornografia sulla nostra società. Un sondaggio condotto agli inizi di quest’anno dalla rivista Newsweek e dalla Gallup ha rivelato che tre americani su quattro sono d’accordo con l’affermazione che «il materiale pornografico degrada le donne e conduce alcune persone alla violenza sessuale»; e il sessantasette per cento degli intervistati crede che tale materiale stia conducendo a «un crollo della moralità pubblica» (3).
Che cosa possiamo fare per proteggere la nostra società, le famiglie e i bambini contro un peccato di cui siamo così massicciamente consapevoli?
L’urna elettorale e la cassetta delle lettere sono la prima linea di difesa del cittadino.
Contrariamente a un’opinione molto diffusa, la pornografia non è protetta dal primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Vi sono leggi federali contro la spedizione, l’importazione, la trasmissione radiofonica e televisiva e il trasporto tra Stati diversi di materiale osceno. Lo Stato di New York, in particolare, ha leggi che potrebbero proteggere i cittadini dalla promozione di massa dell’oscenità, se soltanto fossero applicate.
Noi possiamo chiedere, abbiamo chiesto e oggi chiediamo ancora una rigorosa applicazione di queste leggi.
I cittadini che si preoccupano del problema devono protestare con i pubblici ufficiali della zona quando vedono la pornografia fiorire e corrompere il loro quartiere. Sia le lettere che le telefonate sono efficaci dimostrazioni di preoccupazione.
È anche importante scrivere ad autorità nazionali. Dobbiamo scrivere al Presidente degli Stati Uniti, che ha già mostrato il suo personale interesse per questo problema, chiedendogli di dare istruzioni al Ministero della Giustizia perché sia assicurata una rigorosa applicazione delle vigenti leggi federali contro l’oscenità.
A livello statale vi dovrà essere un serio tentativo di coinvolgere i rappresentanti eletti sia al Senato che alla Camera perché venga promulgata una legge efficace sulla «decenza via cavo», che protegga le famiglie dello Stato di New York, specialmente i giovani, dall’assalto sado-masochistico portato per via elettronica contro i loro sensi e la loro sensibilità.
Noi siamo Pastori a cui è affidata la responsabilità di aiutare «la famiglia nelle sue difficoltà e sofferenze» (4).
Papa Paolo VI, parlando delle comunicazioni sociali, ebbe a dire che «ogni attacco ai valori fondamentali della famiglia» – ed egli comprendeva specificamente «erotismo e violenza» fra questi attacchi – «è un attacco contro il vero bene dell’umanità» (5).
Anzitutto come Pastori di anime, ma anche come cittadini preoccupati, chiediamo con insistenza ai cattolici e a tutti gli uomini di buona volontà di arruolarsi fin da ora nella «guerra contro la pornografia», contro chi inquina i valori della nostra società.
In ognuna delle nostre diocesi nello Stato chiediamo uno sforzo adeguato da parte dei nostri fedeli e delle nostre chiese
– per trasformare la buona volontà dei professionisti dei mezzi di comunicazione in codici di autoregolamentazione;
– per dimostrare l’interesse pubblico alla dignità della persona umana;
– per stringere alleanze con altri gruppi interessati, che cercano di rimuovere il male della pornografia dalle nostre città e paesi attraverso campagne di opinione, leggi e dimostrazioni della pubblica preoccupazione.
Con la stessa preoccupazione, noi facciamo eco al messaggio di Papa Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni 1985, celebrata il 19 maggio, perché – anziché abbassare e degradare l’umanità – gli sforzi dei mezzi di comunicazione di massa, «con la collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, possano veramente contribuire “all’attuazione della giustizia, della pace, della libertà e del progresso umano” (Communio et progressio, 100)» (6).
John Card. O’Connor
Arcivescovo di New York
Mons. Howard J. Hubbard
Vescovo di Albany
Mons. Francis J. Mugavero
Vescovo di Buffalo
Mons. Stanislaus J. Brzana
Vescovo di Ogdensburg
Mons. Matthew H. Clark
Vescovo di Rochester
Mons. John R. McGann
Vescovo di Rockville Centre
Mons. Frank J. Harrison
Vescovo di Syracuse
Note:
(1) J. CARD. BERNARDIN, Report of U.S. Bishops Committee for Pro-Life Activities, novembre 1984.
(2) Cfr. Newsweek, 18-3-1985, pp. 58 ss.
(3) Ibidem.
(4) GIOVANNI PAOLO II, The Role of the Christian Family in the Modern World, St. Paul Editions, 1981, p. 114.
(5) PAOLO VI, Messaggio per la Terza Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, in AAS 61 (1969), p. 456.
(6) GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XIX Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, in NC News Service, 29-4-1985, 2.