« In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! » (2Cor 5,20-6,2).
Oggi, con il mercoledì delle ceneri, incomincia (per il Rito Romano) il tempo di Quaresima. Il numero quaranta è un numero misterioso: tutti i numeri lo sono, in quanto esiste una ricca simbologia del numero. Questo numero però riveste nella Bibbia un ruolo del tutto particolare. Lo ritroviamo per la prima volta in occasione del Diluvio: «Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti» (Gn 7, 12).
Poi nel libro del Deuteronomio, a proposito del popolo di Israele che passa quaranta anni nel deserto: Dt 8, 2. Quindi a proposito di Mosé che rimane quaranta giorni e quaranta notti al cospetto di Dio sul Sinai Dt 9, 9.18.25. Elia che fugge Gezabele nel deserto cammina 40 giorni e 40 notti prima di arrivare al «monte di Dio», l’Oreb, che poi è il Sinai, dove conoscerà – come Mosé – la presenza di Dio: 1 Re 19, 8. Anche Elia però, come Mosé, si copre il volto: «Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: “Che fai qui, Elia?”» (v. 13).
La sua è ancora una conoscenza imperfetta ed effimera, rispetto a quella che può avere il cristiano: «E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2 Cor 3, 18). A Ninive è dato un tempo per la conversione: 40 giorni (Gio 3, 4). Ed ecco che Cristo assume questo quaranta per compierne il significato: « Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo» (Lc 4, 2).
Se non vogliamo rimanere alla scorza (cioè il puro fatto letterale, la coincidenza) dobbiamo cercare un significato. Non ci addentriamo nella simbologia del numero in sé stesso. Forse il 4 e il 10 sono numeri della perfezione relativa di questo mondo: i 4 punti cardinali, le 4 virtù cardinali, i 10 comandamenti, le 10 categorie aristoteliche, la bestia a 10 corna (Ap 12, 3; 13,1; 17,3.7.12.16; le corna sono il simbolo della potenza, le 10 corna stanno per la potenza terrena), ecc. Constatiamo solo un fatto: il legame fra questi episodi che si illuminano l’un l’altro.
Il Santo del giorno: Sant’Alessandro di Alessandria d’Egitto, vescovo