« Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti » (Ger 17,5-8).
Questo brano è evidentemente collegato con il Sal 1, che – infatti – la liturgia di oggi ci propone subito dopo. « Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell’assemblea dei giusti, poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina ».
Limitiamoci a notare solo alcune cose. In ebraico il salmo incomincia con una alef – א e finisce con una tav – ת, la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto, per significare che qui è descritto il senso radicale di tutta la vita. Il giusto vive in costante contatto con « la legge del Signore », mentre il malvagio vive una vita che è « pula che il vento disperde ». Noi sappiamo che « la legge » è Gesù, che il giusto ha sempre davanti agli occhi e nel cuore. Il pensiero e l’interesse del malvagio ha la consistenza della pula ed è disperso dal vento della vita (cfr. Lc 3,17).
Il Santo del giorno: San Luigi Orione, sacerdote