di Daniele Fazio
Le cantiche della Divina commedia di Dante Alighieri (1265-1321) hanno preso vita, diventando un musical lanciato nella stagione teatrale 2007-2008 e ancora in tour, soprattutto nella Penisola italiana. Con musiche di mons. Marco Frisina, compositore, e la regia di Andrea Ortis, il viaggio dantesco nei luoghi ultraterreni dello spirito viene rivissuto nei momenti salienti attraverso la recitazione, il canto, le musiche, le danze, le imponenti scenografie virtuali e non. La prima de La Divina Commedia Opera Musical. L’uomo che cerca l’Amore (questo il titolo integrale) è stata data a Roma nel novembre 2007 in una tensostruttura, creata ad hoc, che allora accolse 2500 spettatori. Sono seguiti gli spettacoli di Milano e di Reggio Calabria, in un crescendo di successi, fino a totalizzare 450mila spettatori in una stagione. La potenza di questo grande sforzo artistico può del resto essere apprezzato attraverso l’ascolto integrale di tutte le parti rese disponibili su YouTube.
L’opera è divisa in due atti: il primo prevede un prologo e la trattazione di alcuni canti dell’Inferno, e il secondo è dedicato a Purgatorio e Paradiso.
Si susseguono, assieme a Dante, Beatrice e Virgilio, i personaggi più conosciuti del componimento, protagonisti di canti a loro dedicati, fatti rivivere in maniera dinamica. Quanto all’Inferno, tra gli episodi più rappresentativi vi sono l’incontro iniziale con le tre fiere, l’apparizione di Virgilio, la raffigurazione de “La Città dolente”, il dialogo con Caronte, l’addio di Francesca da Rimini, la Città di Dite, le Furie, la foresta dei suicidi con Pier delle Vigne, Malebranche, il Conte Ugolino, Ulisse e infine Lucifero e il passaggio alle altre due cantiche.
Quanto al secondo atto, che racchiude Purgatorio e Paradiso, sono rappresentati ulteriori episodi suggestivi: la spiaggia del Purgatorio con il canto In exitu Israel, il «Ricordati di me» di Pia de’ Tolomei, l’incontro con Manfredi, il “fuoco” dei poeti, l’addio di Virgilio, l’aria di Matelda, la processione del grifone, l’apparizione di Beatrice, la salita al Paradiso e la preghiera alla Vergine.
Ci si avvede subito che le musiche impiegate nella parte relativa all’Inferno seguono prevalentemente il genere rock che esprime la drammaticità e anche la disperazione di una vita vissuta all’insegna di un amore non diretto a Dio. Mentre nelle altre due parti si susseguono musiche che ricompongono, dopo la disgregazione totale dell’acme infernale, l’armonia – grazie all’impiego del canto gregoriano e di arie di musica lirico-sinfonica – che tende sempre di più a voler esprimere, per quanto è possibile all’uomo, l’Ineffabile, Dio stesso. Così come dall’oscurità scenica del primo atto si passa, soprattutto al culmine del Paradiso, a una esplosione di luce.
Seguendone le vicende si sente l’appello – grazie alla forza dell’arte – alla conversione, che è un passaggio responsabile dall’amore verso gli oggetti caduchi al vero amore che è Dio. Solo così si può uscire dallo smarrimento della vita ed incontrare l’«Amor che move il sole e le altre stelle» (Paradiso, XXXIII, 145).
Sabato, 18 aprile 2020