« Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno. […]. Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono » (Eb 4,14-16; 5,7-9).
La Parola di Dio è efficace, opera quello che significa (Gn 1,3; Is 55,11). È tagliente molto di più di una lama a doppio taglio, perché la spada può mutilare e anche uccidere il corpo, ma la Parola di Dio può provocare la morte eterna. Essa penetra fin negli intimi recessi del cuore umano.
Niente dell’uomo gli è sconosciuto: le strutture del suo corpo (le giunture e le midolla), i suoi sentimenti e i pensieri più nascosti; soprattutto penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito (cfr. 1Tess 5,23) là dove l’anima, il principio della vita, si distingue dallo spirito, la sua capacità di accogliere Dio e di lodarlo oppure di resistere a lui e opporsi alla salvezza, là dove risiede la sua libertà.
Se la Parola di Dio trova il cuore duro e incredulo e lo spirito chiuso in sé stesso (cfr. Eb 3,8.10.12), allora è un’arma di distruzione; se lo trova aperto e pieno di fede, diventa un pegno e un aiuto per la salvezza (2,3; 4,2). « Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva [καὶ μὴ φυλάξῃ – non le custodisce, come in una prigione, non le lascia scappare dal suo cuore], io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno » (Gv 12,47-48). Aprire il cuore alla Parola di Dio è una cosa seria! È una Parola di Amore e di misericordia e possiamo accoglierla o rifiutarla; l’Amore ci raggiunge solo se liberamente lo vogliamo (il far finta che non ci sia, l’indifferenza, è la forma più crudele del rifiuto dell’amore), in questo si gioca il tutto per tutto.
Il Santo del giorno: San Palladio, Vescovo