« E disse loro: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano » (Mc 16,15-20).
Tutte le volte che io, in comunione con la Chiesa, annuncio la verità del Vangelo scaccio gli spiriti della menzogna e libero tanti fratelli dal loro dominio crudele e vessatorio. La Verità scaccia l’errore, come la Luce fa fuggire le tenebre.
L’annuncio del Vangelo mi fa parlare una lingua nuova, perché è portatore di una novità trascendente. È una lingua che tutti possono capire perché è la lingua dell’amore. Se annuncio la Verità con cuore puro, cioè con intenzioni semplici e buone, senza secondi fini, posso avere a che fare con la malizia e la cattiveria degli uomini.
Non ne debbo avere paura. I loro raggiri e il veleno delle loro parole non mi faranno del male. Annunciare il Vangelo vuol dire guarire gli uomini malati della loro malattia fondamentale e radicale: il peccato. Vuol dire portare conforto e consolazione nei confronti di chi soffre, è solo, è messo da parte, non è considerato da nessuno.
Vuol dire portare il soccorso della verità a chi cerca, è nel dubbio, vaga a tentoni nel desiderio di trovare un punto di riferimento. Evangelizzare è l’avventura più bella e affascinante che esista: « annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! » (1Cor 9,16)
Il Santo del giorno: San Marco, Evangelista