« Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora istigarono alcuni perché dicessero: “Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio”. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: “Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato”. E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo » (At 6,8-15).
Stefano è un ebreo “ellenista”, cioè proveniente dalla diaspora di lingua greca, probabilmente dall’Egitto. Il cuore della sua testimonianza è il valore del Tempio. Esso è un’opera dell’uomo e nasce dal tentativo di costruire una casa per Dio.
Dio però non può abitare in una casa costruita da mani di uomo. Con la venuta di Gesù è arrivato il vero e nuovo Tempio. Un Tempio veramente universale, perché può essere in ogni luogo, là dove incontra cuori fedeli ed umili pronti ad accoglierlo.
Un’accoglienza vera comporta la disponibilità a rivivere la sua vita, ed è proprio quello che fa Stefano che dona la vita per i fratelli come ha fatto Gesù. Per questo è venerato come proto-martire, il primo dei testimoni di Gesù.
Il Santo del giorno: Santa Zita, vergine