« Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri. » (Mt 23,27-32).
Gesù sta probabilmente insegnando mentre cammina sulla mura orientali del tempio; davanti a lui c’è la valle di Giòsafat, dove – secondo la parola dei profeti (Gl 3-4) – ci sarà il giudizio universale.
Lì c’è un cimitero: molti ebrei hanno infatti voluto essere seppelliti lì per essere pronti, nel giorno della risurrezione, a partecipare al grande giudizio. La bianchezza dei sepolcri doveva colpire con il loro bagliore gli occhi degli spettatori che li vedevano dall’alto delle mura del tempio. Gesù fa notare impietosamente che quello splendore era solo un’apparenza, perché i sepolcri celavano al loro interno ossa di morti e putridume…
Così è per ognuno di noi se abbiamo il coraggio di guardare dentro di noi. L’esame di coscienza è questo: guardare alla nostra vita e alla nostra interiorità con la più assoluta sincerità… Che coraggio ci vuole per sollevare il coperchio del bidone, pieno di cose maleodoranti e schifose! Lo possiamo fare solo se l’esame lo compiamo davanti a Gesù salvatore.
Se l’esame di coscienza è quello che deve essere: una preghiera. Solo allora i nostri peccati, i nostri difetti puzzolenti non ci fanno più paura, perché li scorgiamo alla luce dello sguardo misericordioso del Signore.
IL SANTO DEL GIORNO: SANT’ALESSANDRO DI BERGAMO, MARTIRE