« Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode » (1Cor 4,1-5)
Papa Francesco nell’omelia del 4 settembre 2014 in santa Marta ha citato a senso san Paolo che avrebbe detto: «Io soltanto mi vanto dei miei peccati». Qualche ignorante presuntuoso ha subito accusato il papa di avere inventato queste parole scandalose che non possono assolutamente essere di un santo!
L’ignoranza e la presunzione si vogliono molto bene e di solito nel viaggio della vita stanno nello stesso scompartimento. In realtà infatti san Paolo dice proprio così: « Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora troverà motivo di vanto solo in se stesso e non in rapporto agli altri. Ciascuno infatti porterà il proprio fardello » (Gal 6,4-5).
Se uno vuole vantarsi deve vantarsi di quello che è suo e solo suo: che cosa abbiamo di solo nostro davanti a Dio? Il peccato! Se vogliamo proprio vantarci è di quello e solo di quello che possiamo farlo! Conviene piuttosto allora che depositiamo il fardello davanti alla croce di Gesù e facciamo come san Paolo: « Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo » (Gal 6,14).
Nel tribunale della confessione il solo giudice è il Signore il quale intercede per noi: « Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno » (Lc 23,34), noi che lo abbiamo messo in croce con i nostri peccati. Il nostro vero vanto diventa allora la misericordia di Dio che – senza nessunissimo merito da parte nostra – ci perdona.
Voglio qui riportare le parole di un altro santo sacerdote che ho avuto la grazia di avere come direttore spirituale per più di trent’anni: don Giambattista Lanfranchi. Diceva don Giambattista: « il nostro unico merito è quello di lasciarci amare da Gesù »
IL SANTO DEL GIORNO: SAN MARINO, EREMITA