Il 9 novembre 1989, con l’apertura del Muro di Berlino, ha cominciato a crollare su sé stesso il sistema imperiale socialcomunista, almeno parzialmente liberando l’intero pianeta da un incubo, quello del GULag.
In Italia, sull’onda di quanto aveva iniziato ad accadere oltre la Cortina di Ferro, il 27 marzo 1994 il corpo elettorale infliggeva un duro colpo alla Prima Repubblica, il regime coerente con la terza guerra mondiale, la guerra fredda iniziata nel 1946 e terminata nel 1991.
Ma tale vittoria fu quasi immediatamente mutilata grazie all’uso di tecniche partitiche proprie della Prima Repubblica, favorite dal regime elettorale maggioritario incompiuto, instaurato a seguito del referendum del 18 aprile 1993.
Oggi, benché la vita politica si svolga fra le ingombranti macerie e i sussulti della Prima Repubblica che non vuol passare, il cammino verso una Nuova Repubblica può essere ripreso.
Alleanza Cattolica invita gli elettori
— a non cedere alla confusione e alla stanchezza, a non ascoltare le sirene dell’astensionismo, della scheda bianca e di un tripolarismo irrealistico quando non ingannatore, ma
a partecipare attivamente alla consultazione votando per la Casa delle Libertà
— che non considera “pericolosi per la democrazia” il riconoscimento di valori permanenti, il riferimento a essi e la loro promozione,
— che propone libertà plurali, concrete, grazie alle quali riprendere senza indugi l’opera di costruzione di una Nuova Repubblica, iniziata il 27 marzo 1994 e dolosamente prima ostacolata e poi interrotta,
— e che costituisce quindi alternativa credibile, non certo perfetta, ma non perciò meno reale, al “partito radicale di massa”, costituito dai “progressisti” di tutte le risme e dai “tecnici”.
Alleanza Cattolica chiede inoltre agli elettori cattolici
di non dimenticare che la “liberazione” del voto cattolico da un contenitore partitico determinato non lo libera però dalle sollecitazioni dell’unità culturale, le cui esigenze sono state sinteticamente definite, nel comunicato finale del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana datato 3 aprile 2001, “[…] valori e qualificanti contenuti della dottrina sociale della Chiesa che non possono mancare nella costruzione del tessuto sociale e nell’elaborazione politica […]: il primato e la centralità della persona alla luce dei principi di solidarietà e sussidiarietà, in connessione con l’evolversi del costume e lo sviluppo delle scienze e delle tecnologie; la tutela della vita umana in ogni istante della sua esistenza, con particolare attenzione alle tematiche della bioetica […], la cura della salute delle persone e la salvaguardia dell’ambiente e della natura; la famiglia, società naturale fondata sul matrimonio e non assimilabile ad altre forme di convivenza, che richiede una promozione autentica a livello giuridico, fiscale, educativo e assistenziale; l’educazione, per una realizzazione piena e concreta della parità scolastica, per il sostegno alla ricerca scientifica, per una considerazione più attenta del progetto educativo che coinvolge anzitutto i genitori e tutto il mondo degli adulti; i problemi del lavoro e dell’occupazione, della giustizia sociale e della libertà ed efficienza del sistema economico e produttivo, con la speciale attenzione da dedicare alle fasce più deboli della popolazione e lo sviluppo delle aree meno favorite; la sicurezza dei cittadini; la riforma dell’architettura dello Stato, in vista anche di una più effettiva governabilità del Paese e un più sano e reale equilibrio tra i diversi poteri; l’impegno per la costruzione dell’unità europea, senza rinunciare all’originale patrimonio culturale, civile e morale del Paese, che ha alle sue radici l’apporto decisivo del cristianesimo; i temi della pace e della salvaguardia del creato, della giustizia e della solidarietà internazionale”.
Roma, 30 aprile 2001
San Pio V