Un convegno promosso da Alleanza Cattolica e da Cristianità a Modena, il 13 marzo 1993, aperto dall’arcivescovo metropolita, S. E. mons. Santo Bartolomeo Quadri.
Il 1° marzo 1991, di fronte ai vescovi dell’Emilia-Romagna in visita ad limina Apostolorum, Papa Giovanni Paolo II pronunciava il discorso Sono lieto, vigoroso e forte richiamo ai valori della fede rivolto a una regione del cui stato religioso, sociale e civile i presuli gli avevano tracciato un quadro alquanto lontano dall’oleografia ufficiale. All’epoca il discorso — immediatamente pubblicato da Cristianità — non mancò di suscitare polemiche, anche oltre i confini regionali. Infatti il Santo Padre, confermando la diagnosi dei vescovi, denunciava l’esistenza, in Emilia-Romagna, di “stigmate di malattia e di morte” e ne identificava con franchezza la natura e gli effetti: la denatalità e l’invecchiamento della popolazione, il ricorso frequente al divorzio e l’assuefazione all’aborto, la spaventosa diffusione della droga, le morti del “sabato notte” e l’inquietante aumento dei suicidi. Di fronte a un popolo che mostrava di vivere secondo modelli e stili di vita contrari alla verità della persona, il Papa concludeva invitando la Chiesa in Emilia-Romagna a entrare in “stato di missione” e, in particolare, a operare “per l’inculturazione della fede”, cioè per un’adeguata presenza culturale, quindi anche civile e politica, dei cattolici nella società.
A due anni di distanza dal discorso Sono lieto, Alleanza Cattolica e Cristianità hanno voluto promuovere un convegno che celebrasse l’avvenimento secondo lo spirito del messaggio stesso: dunque, non semplicemente per ricordare la ricorrenza, ma per proporre una riflessione sullo stato dell’Emilia-Romagna alla luce della parola magisteriale. La manifestazione, Il modello emiliano fra secolarizzazione e nuova evangelizzazione, si è svolta a Modena sabato 13 marzo 1993, nel Teatro Sacro Cuore, di fronte a un pubblico attento, che ha seguito i lavori per tutto l’arco della giornata, e nel corso di essa è stata presentata una seconda edizione del discorso pontificio — sempre pubblicata da Cristianità —, accresciuta di documenti e di dati (1).
I lavori sono stati aperti nella mattinata dall’avvocato Paride Casini, reggente per la Regione Emiliana dell’associazione promotrice, che ha ricordato l’importanza di conoscere e di riconoscere il modello emiliano come modello di secolarizzazione, in modo da cogliere il legame “causa-effetto” intercorrente fra il degrado della vita morale e l’egemone cultura della secolarizzazione, i due elementi che caratterizzano la vita nella regione.
Quindi ha preso la parola S. E. mons. Santo Bartolomeo Quadri, arcivescovo metropolita di Modena e abate di Nonantola. Il presule ha anzitutto dato lettura di un messaggio di augurio e di benedizione del Santo Padre Giovanni Paolo II agli organizzatori e ai partecipanti al convegno, messaggio pervenutogli dalla Segreteria di Stato di Sua Santità. Mons. Santo Bartolomeo Quadri è stato pure latore del saluto e dell’augurio di S. E. mons. Benito Cocchi, vescovo di Parma. Nell’aprire ufficialmente il convegno, l’arcivescovo metropolita di Modena-Nonantola ha sottolineato l’importanza sia della denuncia dell’errore, ovunque esso si manifesti, che del riconoscimento delle energie di bene che ancora esistono nella nostra società: da queste ultime occorre partire per la ricostruzione di un tessuto sociale cristiano.
Successivamente ha assunto la presidenza della prima sessione il dottor Ermanno Pavesi, di Alleanza Cattolica, segretario della Federazione Europea Associazioni Medici Cattolici, che ha tracciato un parallelo fra il mito di Narciso — il personaggio della mitologia greca che, innamorato della propria immagine, finì col morire consunto dal dolore per l’impossibilità di raggiungere l’oggetto del proprio amore — e la mentalità edonistica e vitalistica che connota molti aspetti della vita in Emilia-Romagna: una mentalità che impedisce all’uomo di andare oltre sé stesso, rendendolo prigioniero dei propri capricci e precludendogli un rapporto di verità con Dio e con il prossimo.
Il dottor Ermanno Pavesi ha poi presentato il primo relatore della mattinata: il dottor Massimo Introvigne, di Alleanza Cattolica, direttore del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni. Parlando del Modello emiliano nel processo di secolarizzazione dell’Italia, il relatore ha innanzitutto fatto stato delle principali teorie contemporanee sul processo di secolarizzazione e successivamente dei tipi e dei modelli di secolarizzazione, tracciando un parallelo fra le conseguenze sociopolitiche delle rivoluzioni che hanno scandito la storia della Cristianità a partire dalla riforma protestante e le modalità della secolarizzazione negli stessi periodi. Relativamente al “modello emiliano”, il dottor Massimo Introvigne ha sottolineato come esso rappresenti, nella sua fase attuale, una versione peculiare della “terza secolarizzazione”, in cui i presupposti ideologici e le attuazioni politico-amministrative del socialcomunismo giocano un ruolo determinante, senza tuttavia trascurare che le radici di tale fenomeno affondano nella “seconda secolarizzazione” liberal-laicista e illuminista. “Come ha notato acutamente il cardinale Giacomo Biffi — ha detto il relatore — è la miscela fra questi due elementi che si è rivelata esplosiva e ha fatto detonare il processo di secolarizzazione”.
Successivamente ha preso la parola Marcello Lupi, di Alleanza Cattolica, presidente del SAV, il Servizio di Accoglienza alla Vita, di Ferrara. Egli ha presentato dati e statistiche relative alla pratica dell’aborto in Emilia-Romagna confrontandoli con omologhi dati e statistiche nazionali. Il quadro emerso è quello di una regione che non solo presenta una pratica abortiva superiore alla media nazionale, ma che ha fatto anche da “battistrada”, in Italia, all’attuazione della famigerata “legge” n. 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Terzo relatore della mattinata è stato don Enrico Solmi, docente di Morale nel Seminario Metropolitano di Reggio Emilia e responsabile per la Pastorale della Famiglia e Giovanile della diocesi di Modena-Nonantola. Servendosi dei risultati di indagini condotte durante i lavori di un recente sinodo diocesano modenese, sulla presenza giovanile nelle parrocchie, ha messo in evidenza, fra gli altri, due aspetti negativi del rapporto dei giovani con il mondo ecclesiale: anzitutto, l’abbandono dell’attività parrocchiale — e spesso anche della pratica religiosa — dopo l’adolescenza; quindi, la mancanza d’interesse, per chi rimane, verso le questioni politico-sociali e, in generale, un rifiuto ad assumere responsabilità.
Ha chiuso i lavori della prima sessione il professor Ivo Colozzi, associato di Sociologia dell’Organizzazione nell’Università di Bologna, che ha trattato il tema La famiglia in Emilia-Romagna, proponendo i risultati di ricerche sociologiche da lui condotte sulla condizione dell’istituto familiare nella regione emiliano-romagnola e sulle trasformazioni che questa struttura fondamentale della società ha subito parallelamente all’avanzare del processo di secolarizzazione. Secondo il relatore, fra gli elementi più caratterizzanti dell’attuale struttura familiare in Emilia-Romagna, sono da considerare sia il maggior peso assunto dagli aspetti affettivi all’interno della coppia, sia il desiderio di mantenere elevati gli standard qualitativi della vita familiare. Il primo di tali elementi produce una maggiore fragilità della famiglia — e, infatti, costituisce la causa remota di molti divorzi — in quanto l’attenuazione dei sentimenti viene interpretata dai coniugi come un fallimento della loro unione. Per quanto riguarda il secondo elemento, il professor Ivo Colozzi ha rilevato come la ricerca di una migliore qualità della vita si rivolga, in realtà, a valori consumistici, soprattutto in relazione ai figli. Si tratta di una scelta che tende a scoraggiare la procreazione, orientando la famiglia alla struttura “a figlio unico”. Parallelamente — ha sottolineato — si osserva una tendenza all’isolamento familiare, al venir meno delle “reti parentali” e delle “reti di vicinato”, con la conseguenza che i rapporti di solidarietà sono reperiti “sul mercato”: dalla baby-sitter all’asilo-nido, dalle strutture sanitarie ai “servizi”, secondo una logica in cui il prezzo pagato è soprattutto in termini di consenso alla classe politica che li elargisce.
Nel pomeriggio, i lavori sono ripresi sotto la presidenza del professor Mauro Ronco, di Alleanza Cattolica, ordinario di Diritto Penale nell’Università di Modena, che ha introdotto gli interventi della seconda sessione.
Primo relatore è stato il dottor Lorenzo Cantoni, di Alleanza Cattolica, che ha affrontato la questione del suicidio in Emilia-Romagna: un vero e proprio “dramma regionale in aumento”, come denunciato nel titolo della relazione e come dimostrato dalle statistiche e dai diagrammi presentati. Per esempio, analizzando la tabella con la percentuale di suicidi su 100.000 abitanti in Emilia-Romagna e in Italia, per il periodo 1864-1989, emerge un’esuberanza costante della regione rispetto all’Italia nel suo complesso, esuberanza accresciutasi negli ultimi trent’anni. Nell’ultimo periodo, poi, il divario rispetto alla media nazionale conosce il suo picco massimo: come dire che “non solo in Emilia-Romagna ci si suicida percentualmente di più, ma con un incremento maggiore rispetto a quello nazionale”. Dopo aver indicato l’estensione qualitativa del fenomeno, il relatore ne ha proposto una chiave di lettura, per identificarne le motivazioni psicologiche e i presupposti metafisici e teologici. Il gesto suicida è il punto terminale, non solo fisico, di un percorso “fuori di sé”, di un “exitus”, che attraverso le tre profondità della “dissoluzione”, della “disperazione” e della “distrazione”, conduce all’annientamento di sé stessi. Per contro — ha concluso il dottor Lorenzo Cantoni —, è immaginabile anche un cammino opposto, un “reditus” appunto, come via da seguire per sottrarre le persone e la società alla tentazione del suicidio e alla sua seduzione, e a questo proposito le tre tappe sono l’“integrazione”, la “speranza” e la “conversione”, che inducono a vivere la vita come dono e come compito, cioè come responsabilità.
Successivamente ha preso la parola il dottor Marco Zanini, responsabile del Servizio Legislativo e Commissioni del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna. Profondo conoscitore non solo delle leggi e delle norme che regolano l’attività delle amministrazioni locali, ma anche della fase della loro ideazione, il relatore ha messo in evidenza come tutta la produzione legislativa e normativa sia stata asservita, in Emilia-Romagna, a una strategia di secolarizzazione di matrice marxista. Secondo tale matrice — ha detto il dottor Marco Zanini —, la persona, la famiglia e i corpi intermedi, in tutte le loro articolazioni, sono concepiti solamente come “energie” utili a un progetto più vasto di “trasformazione” della società: una società pianificata dai legislatori, dove tutto è regolato, dal numero di abitanti delle città — come definito in un paragrafo, poi abolito, di una legge regionale di regolamentazione urbanistica — all’organizzazione dei “servizi”. Fra questi “servizi” — ha proseguito il relatore —, spicca lo zelo con cui il governo regionale ha applicato, fin dalla sua approvazione, la “legge” n. 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza, impedendo nei fatti che fossero attuati i previsti, e pur sempre limitati, consigli di dissuasione, quali i colloqui della gestante con personale esperto.
Riflessioni e proposte per una nuova evangelizzazione in Emilia-Romagna sono quindi state presentate da monsignor Ernesto Vecchi, pro-vicario generale dell’arcidiocesi di Bologna. L’intervento si è incentrato sulle possibilità di realizzazione della “nuova evangelizzazione” in Emilia-Romagna, alla luce delle cosiderazioni svolte nella nota pastorale “Guai a me …”, di S. Em. il card. Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna. In quest’ottica, l’oratore ha descritto i soggetti sui quali dovrebbe focalizzarsi tale opera: la famiglia, la donna, la parrocchia, la formazione religiosa, soggetti che la cultura dominante tende a isolare, se non a escludere, da un’autentica formazione cristiana.
Giovanni Cantoni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica, ha svolto l’ultimo intervento parlando sul tema Per una società a misura di uomo e secondo il piano di Dio. Il relatore ha — fra l’altro — messo in risalto come una delle forme più temibili di secolarizzazione sia quella definibile come “autosecolarizzazione”, che consiste nella penetrazione inavvertita della secolarizzazione nelle mentalità e nelle coscienze, anche cristiane, e dalla quale consegue un’attenzione sempre più ridotta alla verità: si tratta di un processo da contrastare avendo come premessa indispensabile l’“autoevangelizzazione” e come meta la “dichiarazione dei diritti di Dio”.
In chiusura dei lavori, monsignor Giuseppe Verucchi, vicario generale dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, presente ai lavori della seconda sessione, ha celebrato la Messa per i convegnisti.
Al convegno sono giunti messaggi di apprezzamento e di augurio dal vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, monsignor Eliseo Segalini; dal monastero di Santa Chiara, delle suore clarisse, di Fanano, in provincia di Modena; dall’abbazia di Santa Maria, delle monache benedettine, di Rosano, in provincia di Firenze; dall’on. Nicola Sanese e dall’on. Maurizio Paladini.
La manifestazione è stata annunciata e ha avuto eco sui mass media locali e nazionali. L’hanno segnalata il quotidiano Avvenire, L’Italia settimanale, Il Sabato e l’agenzia SIR. Servizio Informazione Religiosa. Il settimanale dell’arcidiocesi di Modena-Nonatola, nostro tempo, l’inserto settimanale di Avvenire per l’arcidiocesi di Bologna, Bologna Sette, il settimanale della diocesi di Ferrara-Comacchio La Voce, il settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio il Nuovo Giornale, il settimanale della diocesi di Reggio Emilia La Libertà, il settimanale modenese d’informazione Il Paese e il quotidiano Secolo d’Italia hanno dato risalto all’iniziativa pubblicando articoli e interviste a relatori. hanno trasmesso servizi e interviste le emittenti televisive Antenna 1, Telemodena e RAI Regione.
Note:
(1) Cfr. Giovanni Paolo II, Annunciare il valore religioso della vita umana. Discorso “Sono lieto”, 2a ed. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1993; e la recensione redazionale in questo stesso numero di Cristianità.
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Città del Vaticano 103/96 1 1830
Ecc.mo Mons. Santo Quadri
Arcivescovo
41100 Modena
Sommo Pontefice,
informato circa convegno organizzato da Alleanza Cattolica sul tema Il modello emiliano fra secolarizzazione e nuova evangelizzazione per riflettere sui contenuti della allocuzione da Lui rivolta alla Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna occasione visita ad limina,
esprime compiacimento per iniziativa et esorta at perseverare nel vigoroso impegno di annunciare il Vangelo con vero spirito missionario per ridestare negli animi valori riguardanti la vita umana, la famiglia, la solidarietà sociale, che costituiscono inderogabili punti di riferimento per ogni cristiano;
imparte di cuore implorata Benedizione Apostolica.
Cardinale Angelo Sodano
Segretario di Stato di Sua Santità
1° marzo 1993