« Ma alcuni dissero: “È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni”. Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima” » (Lc 11,15-26).
I padri del deserto erano disposti a fare dei kilometri nel deserto per andare da un anziano a raccontargli i loro “loghismói”, i loro pensieri, quando avevano dei dubbi. E praticavano la “eksagóreusis”, cioè il “mettere in piazza”, i loro pensieri interiori per ricevere lume dall’anziano sulla loro natura ed eventualmente sul come combatterli.
Ci sono pensieri che sono evidentemente negativi e sulla cui origine non vi possono essere dubbi: pensieri di invidia, di vendetta, di lussuria… Ma ce ne sono certi che sono più nascosti, la cui origine tuttavia è certamente negativa: i pensieri di scoraggiamento.
Oggi va tutto male, è un disastro, la gente non prega più, da retta a cose assurde, pensa che uno possa scegliere se essere uomo o donna, ecc. ecc. Quindi… Non c’è più niente da fare! No invece: non solo c’è qualcosa da fare, ma bisogna reagire e vincere, perché – di fatto – abbiamo già vinto.
Questa battaglia dei pensieri è la più importante di ogni altra. Se si cede su questo fronte tutto crolla. “Pensare positivo” non è solo uno slogan vuoto per un cristiano, è uno stile di vita e di combattimento.
Il Santo del giorno: San Giovanni Leonardi, sacerdote