« Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito » (Ef 2,19-22).
Mi ricordo di aver letto tempo fa una notizia che, sulle prime, mi fece ridere, ma che poi riconsiderai in tutta la sua drammaticità. Un tizio faceva tanta fatica a parcheggiare la sua auto in garage, a causa di un pilastro situato in una posizione scomoda. Gli venne allora una idea brillante: togliere di mezzo questo impiccio messo da non si sa chi in quella posizione così scomoda.
Si procurò gli strumenti e dopo ore di lavoro riuscì nell’impresa… e la casa crollò! Un condominio di quattro piani… Come facciamo ad essere vere ed autentiche pietre vive di quell’edificio reale di cui la nostra chiesa di pietre o di mattoni è solo un “segno”? Aderendo il più possibile alla pietra angolare. Standogli il più possibile vicino. Il cemento che ci unisce è la fede che opera mediante l’amore.
Guardando un bel palazzo siamo spesso colpiti dal luccichio delle tante piastrelle che ne decorano la facciata. Ma se le piastrelle si deteriorano e si staccano, il palazzo diventa solo un po’ più bruttino, ma rimane in piedi come prima. Se invece sono compromesse le fondamenta e le pietre nascoste che lo reggono, allora può anche crollare.
Essere “Chiesa” non vuol dire cercare la visibilità effimera e superficiale, ma mettersi il più possibile vicino al fondamento, con la nostra fede, con la nostra vita e con il nostro amore. Forse nessuno si accorge di noi… ma la Chiesa regge, accoglie e salva, sicura e solida sulle sue fondamenta. E anche noi siamo salvati in lei e per mezzo di lei.
Il Santo del giorno: Santi Simone e Giuda Apostoli