« Per il resto, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare » (Ef 6,10-20).
La vita di Gesù così come è raccontata dai Vangeli non è estranea al linguaggio militare. In fondo tutta la sua esistenza è una grandiosa e vittoriosa lotta contro l’insieme delle forze ostili al Regno di Dio, dalle tentazioni nel deserto (Mt 4, 2-11) fino all’espulsione di Satana dal mondo.
«Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino» (Lc 11,21-22). La sua lotta è veramente all’ultimo sangue, infatti gli costerà la vita, ma sarà proprio per mezzo della sua morte, inflitta a lui innocente dall’ingiusta violenza del mondo, che il principe di questo mondo sarà gettato fuori (cfr. Gv 12,31).
Lo scopo di questa lotta non è la sopraffazione del nemico e l’orgoglio del dominio e della supremazia, ma la pace. Il tema della guerra spirituale sarà ripreso da innumerevoli autori nella storia del cristianesimo, da Clemente Alessandrino a sant’Agostino, da sant’Ignazio di Loyola a Lorenzo Scupoli.
Proprio sant’Ignazio, nella famosa contemplazione dei Due Stendardi, pone sulle labbra di Gesù «Re eterno» questo proposito: « È mia volontà piena di giustizia conquistare tutto il mondo e tutti i nemici, e così entrare nella gloria del Padre mio.
Pertanto, chi vuol venire con me deve faticare con me, perché seguendomi nella fatica, mi segua poi anche nella gloria » (Esercizi spirituali, n. 95). Che cosa può significare «conquistare i nemici» se non far sì che i nemici smettano di esserlo? Cioè divengano amici? Lo scopo sarà allora sì di una conquista, non però di territori, ma bensì di cuori.
Il Santo del giorno: Sant’ Onorato di Vercelli Vescovo