Da Avvenire del 19/03/2020. Foto da pratoartestoria.it
Prato si prepara all’ostensione straordinaria del Sacro Cingolo della Madonna, la reliquia che è il simbolo religioso e civile della città toscana. Alla protezione di Maria il vescovo Giovanni Nerbini affiderà l’intera comunità al tempo del coronavirus. Per la prima volta – almeno a memoria d’uomo – il rito avverrà a porte chiuse, all’interno della Cattedrale di Santo Stefano. La diretta di Tv Prato permetterà, seppur a distanza, di seguire la speciale supplica alla Vergine cara ai pratesi, che da sempre la invocano con il titolo «del Sacro Cingolo». Accanto al vescovo, tra le poche persone ammesse in Duomo, ci sarà il sindaco Matteo Biffoni: la reliquia, infatti, a partire dalla fine del XIV secolo, è proprietà condivisa della Chiesa e della città. L’ostensione straordinaria avverrà oggi in concomitanza con la “Preghiera per il Paese” promossa dalla Cei per la festa di san Giuseppe. L’esposizione del Cingolo si terrà al termine del Rosario guidato da Nerbini che nei giorni scorsi ha inviato un videomessaggio ai sacerdoti e ai diaconi pratesi per esprimere la sua vicinanza di padre e pastore e per invitarli a fare ricorso alle nuove tecnologie e anche al telefono per stare vicino alla gente, particolarmente agli anziani e ai malati.
Invoca l’intercessione di sant’Oronzo l’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia. Perché il santo patrono «un tempo ci liberò dalla terribile peste e ora non mancherà di ottenerci dal Padre la salvezza da questo contagioso male», scrive il presule nel “santino” con la sua preghiera di liberazione dal coronavirus che ha inviato a tutte le famiglie della sua Chiesa locale. «Un dono semplice – lo definisce l’arcivescovo – perché la forza della preghiera può essere di aiuto e conforto per i credenti; ed è la via per il cielo e il lievito di comunione specie nei momenti di smarrimento». Seccia sollecita a recitare il testo ogni giorno fra le mura domestiche e al termine delle Messe. L’arcivescovo chiede l’aiuto di Cristo «medico delle anime e dei corpi in questo momento così delicato per la nostra gente e l’intera nazione». Spiega che il virus «contagia sempre più persone e ingenera paura». Quindi affida al Signore «i malati che soffrono e avvertono la solitudine del forzato isolamento» e i «medici e coloro che lavorano a tutela della nostra salute». Infine il richiamo a Maria, «Salute degli infermi», perché sostenga tutti «in questa lotta» e protegga «da ogni male».
(G.G.)