Da AsiaNews del 14/12/2022
L’attivista e prigioniero di coscienza cattolico Nguyen Nang Tinh è stato insignito del Le Dinh Luong Human Rights Award 2022, premio annuale assegnato da Viet Tan (Vietnam Reform Revolution Party, con base negli Stati Uniti) a singoli e gruppi che si battono per i diritti umani e le libertà nel Paese asiatico. Il tema di quest’anno era “difendere la sovranità nazionale contro le minacce della Cina” e l’assegnazione è avvenuta il 10 dicembre scorso: una data simbolica perché compleanno dello stesso Le Dinh Luong, detenuto nel campo di prigionia di Ba Sao nella provincia di Ha Nam, e Giornata mondiale Onu per i diritti umani.
Nel novembre 2021, il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria (Wgad) ha pubblicato un documento in cui denunciava come arbitrari l’arresto e la condanna di Tinh, in violazione del diritto internazionale. Dong Xuyen, portavoce di Viet Tan, riferisce che Tinh ha superato molti altri candidati prestigiosi. “Sostenere gli sforzi dei cittadini pacifici nel contribuire a promuovere i diritti umani e proteggere la sovranità nazionale [mentre sono] perseguitati, diffamati e abusati dallo Stato – spiega a Radio Free Asia (Rfa) – dimostra che il loro lavoro è prezioso per la vita e lo sviluppo del popolo vietnamita e del Paese”. Il premio, aggiunge, “rappresenta in piccola parte il loro coraggio, affermazione, integrità e amore per la nazione”.
La moglie esprime grande gioia e soddisfazione per l’assegnazione dell’ambito riconoscimento, un “dono senza prezzo” e “fonte di incoraggiamento” per la famiglia e quanti “si battono per la democrazia, i diritti umani e la giustizia in Vietnam”. In cella l’uomo non ha potuto leggere libri religiosi, incontrare sacerdoti o pregare a causa delle restrizioni imposte. Nonostante il duro regime carcerario e le pressioni delle autorità, in tutto questo tempo egli ha sempre rivendicato la propria innocenza, promuovendo forme di protesta pacifica come lo sciopero della fame.
Tinh, 46 anni, originario di Vinh, marito e padre di un bambino, è stato insegnante di musica al collegio per la cultura e l’arte di Nghe An. La pubblica sicurezza della provincia del Vietnam centro-settentrionale lo ha arrestato il 29 maggio 2019 mentre si apprestava a fare colazione col figlio e lo ha rinchiuso nel carcere di Nghi Kim. Il 15 novembre dello stesso anno, un tribunale lo ha condannato a 11 anni di prigione e altri cinque di arresti domiciliari con l’accusa di “costruire, distribuire, disseminare propaganda contro lo Stato”.
In Vietnam egli è famoso per aver insegnato ai giovani delle canzoni considerate tabù, quali “Trả Lại Cho Dân” (Ritornare al popolo), o “Việt Nam Tôi Đâu” (dov’è il Vietnam?), che inneggiano alla cultura nazionale e all’indipendenza del Paese dall’influenza cinese. Proprio per difendere la sovranità vietnamita dalle mire di Pechino, egli ha partecipato a manifestazioni in difesa delle isole Paracel e Spratly e contro le concessioni di zone economiche speciali. Egli è stato anche coinvolto in dimostrazioni contro la compagnia di acciaio Formosa, che aveva scaricato in mare rifiuti tossici, inquinando quattro province vietnamite.
Nella sua lotta per la libertà e i diritti, egli si è unito a diversi gruppi come NoU FC Vinh, Nhóm Bảo Vệ Sự Sống (Gruppo per la protezione della vita), Quy Phát Triển Con Người (Fondo per lo sviluppo umano) e Truyền Thông Công Giáo (media cattolico). Human Rights Watch ha sottolineato che “gli arresti come quello dell’insegnante Nguyễn Năng Tĩnh sono eseguiti per mettere a tacere chiunque critica il governo. Tutto questo è parte della repressione contro chiunque conduca campagne per la democrazia o il movimento multipartitico in Vietnam”.