Ex libris
Paola Premoli De Marchi, Cristianità n. 427 (2024)
Alice von Hildebrand, L’anima di un leone. Dietrich von Hildebrand, trad. it., a cura di Elisa Grimi, con Prefazione di Joseph Ratzinger, Castelvecchi, Roma 2023, pp. 400, euro 30,00
Compare qui, nella prima traduzione italiana a cura di Elisa Grimi, la biografia del filosofo tedesco Dietrich von Hildebrand (1889-1977), scritta dalla moglie Alice (1923-2022) a partire da tremila pagine di appunti che l’interessato lasciò per lei alla fine della sua vita, come «la più lunga lettera d’amore mai scritta». Solo dopo la sua morte Alice decise di pubblicarne una parte, nel 2000, in edizione inglese. Il risultato è la ricostruzione avvincente di una vita che ha una notevole rilevanza storica e filosofica. Il volume è anche corredato dalla bibliografia completa delle sue opere.
Figlio di un noto scultore, Adolf von Hildebrand (1847-1921), Dietrich è una figura di grande spicco nella storia del Novecento, sia come filosofo, sia come intellettuale cattolico, sia per il suo ruolo di oppositore al nazismo. Fu infatti allievo di Edmund Husserl (1859-1938) e fece parte dei primi circoli di fenomenologi, creatisi a Monaco e Gottinga appena dopo la pubblicazione, fra il 1900 e il 1901, delle Ricerche Logiche di Husserl stesso. Ben presto, però, si distanziò da quella che i membri di quei circoli interpretarono come una svolta di Husserl verso il trascendentalismo e contribuì, con Max Scheler (1874-1928), Adolf Reinach (1883-1917) e altri, a delineare la versione realista della fenomenologia. Gli esponenti coevi di questa corrente del pensiero condividevano l’intenzione di riportare la filosofia a conoscere «le cose in sé stesse», superando le tendenze idealistiche e psicologistiche che all’epoca dominavano gli ambienti accademici. Questo metodo è presentato nell’opera di Hildebrand Che cos’è la filosofia? (Bompiani, Milano 1998).
Nella sua lunga attività di ricerca Hildebrand si occupò di teoria della conoscenza, antropologia, filosofia della religione, filosofia del linguaggio, filosofia delle relazioni, estetica e, soprattutto, di filosofia morale. Il suo capolavoro è Essenza dell’amore (Bompiani, Milano 2003), un’estesa analisi della natura dell’amore e delle sue forme, così come delle implicazioni morali di questa relazione fondamentale della vita umana. Ciò che unisce la sterminata produzione hildebrandiana è l’interesse per la persona umana, l’essere più perfetto di cui abbiamo esperienza, in quanto sostanza spirituale capace di relazioni che sono impossibili agli esseri impersonali, come la relazione alla verità, con la bellezza e con Dio.
La biografia scritta da Alice von Hildebrand ricostruisce la prima metà della vita del marito, dalla nascita a Firenze al trasferimento negli Stati Uniti, nel 1940. In questi anni, oltre alla formazione filosofica, fu centrale la conversione di Hildebrand al cattolicesimo, avvenuta nel 1914, che egli considerò sempre come il più decisivo avvenimento della sua vita e che lo spinse a intraprendere un’intensa attività di apostolato, attraverso scritti, l’organizzazione di incontri con intellettuali di spicco e la partecipazione a conferenze in tutto il mondo. Fra le opere più significative a questo proposito va ricordata soprattutto la Trasformazione in Cristo(1940), che sta per essere pubblicata in una nuova traduzione italiana dalla Editrice della Fondazione Campostrini di Verona e che approfondisce la natura della santità alla quale ogni battezzato è chiamato. Hildebrand considerava questo come il suo libro più amato, ma esso ha una rilevanza anche per la storia della Chiesa, perché precorre uno dei messaggi evangelici fondamentali, riaffermato dal Concilio Ecumenico Vaticano II più di vent’anni dopo: la chiamata universale alla santità di tutti i battezzati. Vale anche la pena ricordare l’opera di Hildebrand sul matrimonio (1929) — oggi difficilmente reperibile nell’edizione italiana —, perché ispirò Karol Wojtyła (1920-2005) riguardo alla tesi che l’amore sponsale è al centro del significato della comunità matrimoniale. Sulla rilevanza di Hildebrand per la cultura cattolica l’allora cardinale Joseph Ratzinger (1927-2022) ha scritto nella Prefazione: «sono personalmente convinto che, quando in futuro si scriverà la storia intellettuale della Chiesa cattolica del XX secolo, il nome di Dietrich von Hildebrand sarà il più eminente tra le figure del nostro tempo».
Inoltre, come accennato, questo librotestimonia anche la lotta di Hildebrand contro il nazionalsocialismo, che egli iniziò prima della presa del potere di Adolf Hitler (1889-1945) e che lo spinse a fondare a Vienna una rivista in opposizione a ogni forma di totalitarismo, facendogli così guadagnare un posto di rilevo nella lista nera di Hitler. Fu quindi costretto a fuggire inseguito dalla Gestapo, appena dopo l’annessione dell’Austria alla Germania. Nella biografia emerge con potenza il coraggio di questo filosofo, che non esitò a lasciare tutto, la casa, la carriera universitaria, ogni sicurezza umana, e a rischiare la vita pur di opporsi a un’ideologia aberrante, della quale aveva colto le terribili implicazioni. I suoi libri furono banditi, tanto che La trasformazione in Cristo dovette essere pubblicata in Svizzera e sotto pseudonimo.Dopo un avventuroso peregrinare attraverso l’Europa, che durò due anni e nel quale visse della carità di moltissime persone, Hildebrand raggiunse gli Stati Uniti, dove venne inserito nella lista dei cento intellettuali europei che ricevettero una sovvenzione dalla Fondazione Rockefeller perché perseguitati dal nazionalsocialismo.
La lettura di questo testo è interessante per diversi aspetti. Innanzitutto, come l’autobiografia di Edith Stein (1891-1942), permette di rivivere, alla luce dell’esperienza di un filosofo, ma anche di una vittima diretta di quei tragici eventi, gli anni dell’ascesa del nazismo in Germania. Inoltre, Hildebrand fa parte dei numerosi membri della fenomenologia che si convertirono al cattolicesimo e la sua biografia permette di scorgere come la ricerca intellettuale autentica apra la strada alle domande esistenziali più radicali e quindi all’esperienza religiosa. Infine, il volume riporta nella quotidianità le relazioni interpersonali che caratterizzarono un periodo unico nella storia del pensiero filosofico, perché resero possibile la formazione di autentiche comunità di ricerca, nelle quali i filosofi cercavano insieme la verità, in uno spirito di autentica collaborazione, oltre che di amicizia sincera e sostegno umano, che si fece presente sia nelle normali vicende personali, sia nella persecuzione che molti di loro subirono a causa del nazismo.
L’augurio è che l’incontro con questa personalità straordinaria possa incoraggiare il lettore a cercare il contatto diretto con le sue opere, non solo quelle già citate, ma anche quelle di recente pubblicate in italiano, come l’Etica (Morcelliana, Brescia 2021), Il cuore (Fondazione Campostrini, Verona 2022) e L’arte di vivere (Morcelliana, Brescia 2023).
Paola Premoli De Marchi