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“Almeno 5mila arresti nelle proteste per Naval’nyj”

4 Febbraio 2021 - Autore: Alleanza Cattolica

Di Vladimir Rozanskij da AsiaNews del 01/02/2021

Almeno 5mila persone sono state arrestate fra ieri e oggi dopo le nuove proteste di piazza a sostegno del leader dell’opposizione incarcerato, Aleksej Naval’nyj. Le manifestazioni, non concordate con le autorità, si sono svolte sotto la forte pressione delle forze dell’ordine in molte città, che hanno spesso impedito ai cortei di procedere. Già alle 12.30 di ieri, secondo OVD-Info, oltre 600 persone erano già state arrestate in tutta la Russia, tra cui oltre 100 a Vladivostok, e decine a Krasnojarsk, Novosibirsk, Irkutsk, Barnaul e Novokuznetsk. Più di 30 persone erano state arrestate in mattinata a Mosca.

Molti raduni si sono tenuti in città dell’Estremo Oriente e della Siberia. A Novosibirsk, secondo Sibir.Realii, hanno marciato più di 4mila persone; a Irkutsk, Tjumen, Krasnojarsk, Omsk e Vladivostok, più di 500; in diverse altre città, decine o centinaia in più.

A Irkutsk, presso il lago Bajkal, i sostenitori di Naval’nyj hanno tenuto la loro manifestazione nonostante fossero circondati da tutti i lati (vedi il video https://t.co/EQ1nUVNoXp pic.twitter.com/qqHugcYBBi – @teamnavalny 31 gennaio 2021).

A Vladivostok, sono scesi sul ghiaccio presso le rive dell’Oceano, dove hanno tenuto una danza in cerchio alla maniera delle donne bielorusse. Lo stesso hanno fatto anche a Ekaterinburg sullo stagno ghiacciato in centro città, provocando anche la reazione dei pescatori della domenica. Marce di protesta si sono tenute pure nella regione degli Urali, a Ekaterinburg, Cheljabinsk, Ufa, Samara e Perm. Si stima che migliaia di persone abbiano partecipato in queste città. Anche qui la polizia ha caricato i manifestanti, e ci sono stati diversi arresti. Si stima che abbiano partecipato nel complesso più persone che alla manifestazione del 23 gennaio.

Le azioni di protesta si sono svolte anche a Mosca e San Pietroburgo. Nella capitale, sette stazioni centrali della metropolitana sono state chiuse, e anche l’ingresso a un certo numero di quartieri nel centro della città è stato bloccato, i negozi e i bar sono stati chiusi d’autorità e vietata ovunque la vendita di alcolici. Dmitrj Nizovtsev, un corrispondente del canale Stab, è stato arrestato a Mosca mentre lasciava il suo appartamento. A San Pietroburgo, testimoni oculari hanno riferito di un numero senza precedenti di agenti delle forze dell’ordine nel centro. Il traffico è stato bloccato in tutto il centro della città, compresi i ponti e la Prospettiva Nevskij. Le sedi di Mosca e San Pietroburgo di Naval’nyj hanno spostato le proteste in altri luoghi. La moglie di Naval’nyj, Julia, è stata arrestata e poi rilasciata.

Già dai giorni precedenti alle manifestazioni erano iniziate le azioni di dissuasione, con agenti in borghese che suonavano alle porte degli appartamenti delle persone considerate “a rischio” (per lo più tramite sorveglianza sui social media), a cui veniva chiesto di firmare un impegno scritto di non andare ai cortei. A chi si rifiutava, è stato chiesto di firmare un verbale di rifiuto. Il Ministero degli Interni è arrivato addirittura a utilizzare i meme, cercando di dissuadere la gente dall’andare ai raduni con l’aiuto del cane Shiba Inu Doge e del panda Chims.

Le proteste in Russia somigliano alle manifestazioni di piazza Bolotnaja nel 2011, ripetute negli anni successivi, e alle proteste di Khabarovsk e Minsk iniziate lo scorso anno. Per ora, le autorità hanno adottato una strategia di repressione mirata, molti attivisti vengono preventivamente perquisiti e arrestati, a cominciare dallo stesso Naval’nyj e dalle persone a lui più vicine. Inoltre, le forze dell’ordine aprono casi penali e amministrativi contro i manifestanti e coloro che dicono essere gli organizzatori, usando articoli del codice molto diversificati per le accuse nei loro confronti.

L’arciprete Maksim Kozlov, membro del Consiglio ecclesiastico supremo del patriarcato di Mosca, è intervenuto nel programma “Un giorno nuovo” sul canale televisivo Spas, lo scorso 27 gennaio. Egli ha ammesso che “esiste una spaccatura nella società russa, causata dalla mancanza di prospettive positive”. Egli ha aggiunto che le proteste “hanno portato a un chiarimento importante, rivelando che la natura monolitica della società russa è in gran parte un’illusione. Credo che in Russia non tutti siano felici dell’attuale clima socio-politico”. L’arciprete ha notato che la pandemia e le restrizioni ad essa collegate hanno influenzato la mentalità della gente, ma la cosa principale è l’assenza di “un chiaro progetto positivo” per la Russia, e “questo sentimento è vissuto più acutamente dai giovani”. Il rappresentante del patriarcato ha esortato i sostenitori delle diverse opinioni a non cedere all’odio reciproco, sperando che la Russia non abbia ancora raggiunto la soglia dopo la quale “la soluzione pacifica dei conflitti diverrà impossibile”.

Foto da articolo

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