
Da AgenSIR del 18/12/2017. Foto da Il Corriere
Con una lettera inviata oggi al presidente della Repubblica Mauro Ronco,presidente del Centro studi Livatino, Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri Figli, don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale di pastorale della salute della Cei, padre Virginio Bebber, presidente dell’Associazione religiosa istituti socio-sanitari (Aris), Filippo Boscia, presidente dell’Associazione italiana medici cattolici
(Amci), Aldo Bova, presidente nazionale del Forum sociosanitario cristiano, e Francesco Bellino, presidente della Società italiana bioetica e comitati etici, chiedono al capo dello Stato di rinviare al Parlamento con proprio messaggio il disegno di legge “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. Nella convinzione che tali norme confliggono con più disposizioni della Costituzione italiana,
i sottoscrittori della lettera in particolare sottolineano “il pregiudizio che l’applicazione delle Dat reca agli Istituti sanitari religiosi” e richiamano quanto affermato dalla relatrice del disegno di legge e presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia De Biasi: nella lettera si precisa che “a fronte delle preoccupazioni per l’assenza nel testo di una disciplina dell’obiezione di coscienza, ovvero di una esenzione delle
strutture sanitarie di ispirazione religiosa”, la senatrice ha detto che “le controversie sarebbero state risolte davanti alla Corte costituzionale”. E comunque nell’ipotesi di conflitti la soluzione sarebbe stata togliere “le convenzioni” agli enti ospedalieri d’ispirazione cattolica. “La perdita dell’accreditamento – fanno notare i firmatari della lettera – avrebbe come effetto di impedire tout court l’operatività di realtà come la Fondazione Policlinico Gemelli, l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, l’Ospedale Fatebenfratelli, l’Ospedale Cristo Re, il Campus Bio-Medico, l’Associazione la Nostra famiglia, la Fondazione Poliambulanza, la Fondazione Maugeri, la Casa di Sollievo della Sofferenza di S. Giovanni Rotondo, e le altre 100 strutture analoghe esistenti sul territorio nazionale. Una simile conclusione si pone in contrasto con l’articolo 7 della Carta, e con gli Accordi concordatari che quella norma recepisce”. Di qui l’invito a Mattarella: “Per questo sottoponiamo alla sua prudente valutazione l’ipotesi di rinviare il testo alle Camere con messaggio motivato, al fine di ottenere chiarezza su un punto così delicato. Lo ripetiamo: numerosi altri articoli e commi destano motivate riserve di compatibilità con la Costituzione, ma questo ha ricevuto l’espresso e inequivoco avallo della relatrice al Senato, ponendosi in evidente e diretto contrasto con la disciplina delle relazioni fra Repubblica italiana e Chiesa cattolica”.