Da Avvenire del 07/04/2021
Quando il catecumenato matura davvero in comunità. Magari tra i ragazzi, i giovani, tuoi coetanei. È accaduto a Delasther Yapi, quasi diciottenne, originaria della Costa d’Avorio, che vive a Crespadoro, in provincia di Vicenza. Ad accompagnarla nel percorso di iniziazione cristiana sono stati in quattro animatori dei giovanissimi. «Con loro ho partecipato a diverse attività e tutti e quattro hanno deciso di farmi da guida assieme a don Carlo Sandonà. Il loro supporto è stato prezioso e costante ». Delasther ha ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana dal vescovo Beniamino Pizziol nella Veglia di Pasqua. A Colfrancui, in provincia di Treviso, vive Cerasela Vieriu, 20 anni il prossimo giugno. Sono stati, in questo caso, i ragazzi del Grest parrocchiale, frequentato dalla giovane albanese, a farle scoprire – come loro stessi ammettono – la ‘gioia della fede’. E desiderano, tutti insieme, festeggiare la celebrazione dei Sacramenti. Hanno partecipato al vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, questo desiderio. Accontentati. Nella Veglia pasquale il vescovo ha battezzato il giovane albanese e a Colfrancui si recherà appena conclusa la pandemia. «I nostri oratori, la pastorale giovanile delle parrocchie sempre più aperta all’accoglienza – testimonia monsignor Piergiorgio Sanson, responsabile diocesano del servizio per il catecumenato – è fonte straordinaria di evangelizzazione ». Le severe misure anti pandemia hanno sospeso le celebrazioni nella maggior parte delle diocesi, in altre hanno ridotto la partecipazione. Sette i catecumeni a Padova, 4 a Vicenza. «Qui dovevano essere decine, ma la mobilità difficile in questo periodo – spiega don Giovanni Casarotti dell’ufficio diocesano per l’evangelizzazione e la catechesi di Vicenza – ha rallentato la preparazione, che continua per circa due anni. È una formazione che coinvolge tutta la vita, personale e familiare, ma in tanti casi anche della comunità». E che può riservare interessanti sorprese. Roberta è l’accompagnatrice di Elisabeth Yankson, ivoriana classe 1973. «Un’esperienza veramente unica – racconta –. Grazie a questo percorso molto impegnativo, ho riscoperto la mia fede. È stato una sorta di cammino anche per me e ritengo che sarebbe importante proporlo a tutte le persone che fanno parte di una comunità parrocchiale». In alcuni casi gli accompagnatori sono marito e moglie. «Come coppia abbiamo deciso di intraprendere quest’esperienza perché avevamo il desiderio di crescere all’interno della parrocchia mettendoci a disposizione degli altri – ammettono Assunta ed Alessandro, che hanno seguito il cammino di Paola, catecumena di 36 anni –. Ciò ci ha permesso di vivere una profonda condivisione con Paola, con la quale abbiamo instaurato una bella amicizia. Penso che il ruolo dell’accompagnatore durante il catecumenato sia davvero importante perché è un modo per il catecumeno per confrontarsi sui suoi dubbi e sulle sue paure con qualcuno che è pronto ad ascoltarlo senza pregiudizi e che può aver vissuto momenti simili ai suoi. Per me e mio marito, poi, è stato molto arricchente poter ‘rivivere’ il Battesimo nell’esperienza di Paola». Ecco perché, nel caso della diocesi di Vittorio Veneto, si è ‘premiata’ la costanza dei giovani della parrocchia di Colfrancui. «Attraverso l’accompagnamento di Ceresela, hanno rivissuto – testimonia Sanson – la fecondità dei sacramenti. Che sono a fondamento anche della gioia, dell’entusiasmo con cui ‘abitano’ la loro età, la parrocchia, la comunità».
Foto da diocesi.vicenza.it