A Torino, il 18 maggio 1986, si è svolta l’Assemblea nazionale dei Comitati di Collegamento di Cattolici.
Nella prospettiva del movimento cattolico
«Cattolici e politica»
Coordinare le attività dei cattolici in campo culturale, sociale e politico: questo il titolo con cui L’Osservatore Romano ha riassunto lo scopo dell’Assemblea nazionale dei Comitati di Collegamento di Cattolici, che si è svolta a Torino il 18 maggio 1986 (1); questo – anche – l’obbiettivo dei Comitati di Collegamento, sorti da qualche anno in numerose città italiane per affermare fra movimenti e associazioni cattoliche quell’unità fondamentale che è prima di ogni pluralismo, richiamata da Giovanni Paolo II anche a Loreto.
L’Assemblea è stata aperta da due relazioni di carattere programmatico. Nella prima Franco Mangialardi, presidente del Comitato Nazionale di Collegamento di Cattolici, ha delineato la nozione di «movimento cattolico» come realtà che trova la sua base in Italia nel popolo cattolico e nelle sue articolazioni e che assume gli obbiettivi definiti dal Magistero nell’enunciazione della dottrina sociale; una realtà – ha precisato – autonoma e distinta rispetto a qualunque espressione partitica, con cui dialoga, ma in cui non si lascia ridurre o assorbire. A Giovanni Cantoni, responsabile nazionale di Alleanza Cattolica e direttore di Cristianità, era «affidato il compito di commentare il più recente magistero della Chiesa sui rapporti fra fede e politica in una relazione dal titolo “Cattolici, politica e dottrina sociale della Chiesa”» (2). «Forte richiamo alla dottrina sociale della Chiesa» (3), la relazione di Giovanni Cantoni ha sottolineato che «l’impegno di liberazione indicato dal magistero è lasciato alla libera responsabilità dei laici quanto ai mezzi e alle scelte tecniche ma non quanto agli obbiettivi, che sono indicati dalla dottrina sociale» (4). Dopo avere messo in luce i fondamenti teologici della dottrina sociale della Chiesa e dell’impegno politico dei cattolici, il direttore di Cristianità ha invitato a «superare la tentazione […] di dedurre la dottrina dai fatti, cercando solo nei documenti della Chiesa passaggi e citazioni che giustifichino le scelte politiche già decise in precedenza» (5). La relazione di Giovanni Cantoni – che un cronista ha definito «saldamente ancorata agli scritti del cardinale Ratzinger» e al «concetto wojtyliano dell’unità dei cattolici» (6) – ha in realtà riassunto i richiami al ruolo e alla funzione della dottrina sociale della Chiesa nel Magistero più recente, dalla Lumen Gentium e dalla Gaudium et spes fino alle due istruzioni della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede occasionate dalla «teologia della liberazione».
Il programma dei lavori nella mattinata è proseguito con due brevi relazioni su aspetti talora sottovalutati, ma in confortante ripresa quantitativa, dell’associazionismo cattolico in Italia: Rita Cardone, del Centro Italiano Femminile, il CIF, ha parlato della nuova crescita dell’associazionismo femminile cattolico dopo un periodo di crisi; Luigi Frixione, della Confcooperative, ha segnalato la rilevante presenza nel tessuto della società italiana delle cooperative cattoliche.
La mattinata si è conclusa con la messa, che ha visto la significativa presenza come celebrante di monsignor Franco Peradotto, vicario generale dell’arcidiocesi di Torino. Nell’omelia, prendendo spunto dalla ricorrenza di Pentecoste, monsignor Peradotto ha ricordato che lo Spirito soffia certamente in molti luoghi, ma che la sua presenza può essere riconosciuta con sicurezza nel Magistero della Chiesa, le cui indicazioni – anche in campo sociale – devono costituire il punto di partenza e l’orientamento per i laici e per il movimento cattolico.
I lavori del pomeriggio si sono aperti con una tavola rotonda sui problemi della città, con il titolo Esperienze da Torino. Hanno presieduto l’incontro Enrico Tuccillo e Giuseppe Gaburro, responsabili dei Comitati di Collegamento di Cattolici rispettivamente di Napoli e di Verona; moderatore è stato Stefano Gennari, del Movimento per la Vita, l’MpV. Sono intervenuti Angela Bertero, del CIF, consigliere comunale e presidente della Commissione Assistenza del Comune di Torino, Attilio Gaboardi, del Movimento Cristiano Lavoratori, l’MCL, vicerettore dell’Università di Torino, Pier Giorgio Bernard, della CISL, Maria Paola Tripoli, del CIF, Elena Vergani, dell’MpV, Michele Vietti, di Alleanza Cattolica, presidente del Comitato per la Libertà di Educazione di Torino.
L’Assemblea si è conclusa con una interessante tavola rotonda sul tema Un progetto di cattolici al servizio del Paese in cui alle domande di Massimo Introvigne, di Alleanza Cattolica, hanno risposto – in rappresentanza ufficiale delle loro associazioni – dirigenti nazionali: per le ACLI Guido Gabotto, per Azione Cattolica Paolo Mocarelli, per l’MCL Lucio Toth, e per il Movimento popolare Giampiero Leo. Portatori di esperienze diverse, i partecipanti alla tavola rotonda si sono detti d’accordo nel riconoscere nei recenti richiami del Magistero un rilancio della dottrina sociale della Chiesa e dell’impegno politico dei cattolici.
Nelle conclusioni Franco Mangialardi si è augurato un movimento cattolico capace di difendere la sua autonomia e le esigenze di cui è portatore, senza ridursi a semplice «stampella del partito».
All’Assemblea è stata «di alto livello l’attenzione del partito democristiano» (7) con la presenza dei parlamentari o ex parlamentari Guido Bodrato, Carlo Donat Cattin, Marcello Gallo, Armando Sabatini, Giuseppe Costamagna, Anna Maria Vietti, del prosindaco di Torino Giovanni Porcellana e di numerosi consiglieri regionali, provinciali e comunali. Il significato dell’Assemblea – l’hanno notato, sia pure con sfumature diverse, i numerosi giornalisti presenti – è stato tuttavia soprattutto ecclesiale, come ricerca e affermazione di una unità che può nascere e vivere solo intorno alla verità e al Magistero. Con i partiti «la distinzione è apparsa la parola d’ordine del convegno» (8) e qualcuno ha percepito perfino un «avanzamento di riserve sulla titolarità cristiana della DC» (9): il movimento cattolico è apparso geloso di una sua riconquistata autonomia, tanto che si può dire abbastanza fedele allo spirito dell’Assemblea il titolo una cronaca pure non esente da errori, e da imprecisioni: «Dialogo aperto con i partiti ma non ci lasciamo catturare» (10).
Note:
(1) Cfr. L’Osservatore Romano, 21-5-1986.
(2) Avvenire, 17-5-1986.
(3) Il Popolo, 20-5-1986.
(4) L’Osservatore Romano, cit.
(5) Il Popolo, cit.
(6) Stampa Sera del lunedì, 19-5-1986.
(7) Ibidem.
(8) Il Popolo, cit.
(9) Ibidem.
(10) Stampa Sera del lunedì, cit.