Saluti romani e pugni chiusi, social senza pietà, aspettando l’UE nel Mar Rosso, russi in Africa, l’Iran che fa la voce grossa
di Luca Bucca
– Indipendentemente dagli eventuali aspetti legali, si potrebbe anche discutere sull’opportunità e sul senso di richiamarsi a simboli fascisti e fare saluti romani. La prima cosa da chiedersi sarebbe “a chi giova”. Poi, però, gli indignati per i saluti romani del 7 gennaio, alla commemorazione in ricordo dell’omicidio di tre ventenni del Movimento Sociale Italiano nel 1978 in Via Acca Larentia a Roma, improvvisamente, non appaiono più altrettanto indignati, anzi esattamente il contrario, per i pugni chiusi, le bandiere rosse con falce e martello e tutto il resto dell’armamentario da classico militante comunista alla commemorazione di Caviago del 21 gennaio, nel centenario della morte di Lenin, “padre” dell’Unione Sovietica e di uno dei totalitarismi più sanguinari della storia. E allora sì, si potrebbe parlare dell’opportunità e del senso di richiamarsi a simbologie relative a dittature e addirittura totalitarismi del passato, ma perché il discorso possa essere davvero serio occorrerebbe da parte di tutti – tutti! – gli interlocutori lo sforzo di purificare la memoria. Forse non sono ancora maturi i tempi, o gli interlocutori.
– I social network sono “un’arma” e quando un utente “normale” viene messo alla berlina da un influencer, o comunque da un utente con più seguito, l’effetto può essere devastante. Probabilmente è quanto accaduto alla ristoratrice Giovanna Pedretti, suicidatasi dopo l’accusa di avere scritto una falsa recensione sul suo locale e dopo essere divenuta vittima di attacchi social, rimbalzati anche nel mondo dell’informazione francamente con un interesse mediatico che appare ingiustificato per il tenore della notizia. Più o meno negli stessi giorni, invece, fortunatamente con esiti meno tragici, durante la diretta di un video-podcast, il rapper Fedez ha mostrato la foto di un suo presunto hater, ma l’immagine riguardava una persona diversa ed estranea ai fatti, che si è trovata, suo malgrado e come immaginabile, al centro di una “bufera”. Sono solo due esempi, eclatanti, ma, tra i tanti che si potrebbero fare su cosa possa accadere quando determinati strumenti vengono utilizzati fuori da ogni controllo e senza un orizzonte etico e morale. Che si sia oltrepassato il limite?
– Dopo oltre un mese di attacchi da parte delle milizie Houthi contro i mercantili in navigazione nel Mar Rosso, attraverso il Canale di Suez, l’intervento dell’Unione Europea è ancora in una fase “di studio”. È del 22 gennaio la nota di Italia, Francia e Germania con la quale si chiede al Consiglio Affari Esteri UE di intervenire celermente, ma i tempi non appaiono realisticamente brevi. Nel frattempo uno degli stati più danneggiati dall’attuale situazione è proprio l’Italia, sia per quanto riguarda le rotte marittime e i porti, sia per l’approvvigionamento di beni e materie prime. La rotta alternativa, che circumnaviga l’Africa senza passare dal Mediterraneo, potrebbe infatti favorire il commercio attraverso i porti nordeuropei. Il timore è quello di un film già visto in altre circostanze, ad esempio nel caso dell’immigrazione, dove all’annuncio di interventi, aiuti e sinergia non hanno fatto poi seguito azioni concretamente risolutive, lasciando all’Italia il peso e le “colpe” di un problema troppo grande da affrontare in autonomia.
– Nei giorni scorsi forze russe si sono insediate militarmente in Niger e, di fatto, controllano adesso tutta l’area del Sahel. L’ultimo presidio europeo nell’area rimane quello italiano, con la missione bilaterale di supporto alla Repubblica del Niger, realisticamente troppo poco per potere contrastare la possibile azione da parte della Russia, che intende favorire i flussi migratori verso il Mediterraneo passando proprio dal Sahel, utilizzandoli così come “arma non convenzionale” contro l’Occidente. Per il resto l’Europa risulta non pervenuta anche in questo quadrante geopolitico, dal quale, una volta che esso sarà definitivamente fuori controllo, non potrà certo venire nulla di buono.
– Negli ultimi giorni l’Iran, nell’ambito di una presunta azione “antiterrorismo”, ha portato attacchi missilistici in Siria, Pakistan e Iraq. Che la guerra in Medio Oriente, prima di essere annunciata, si sia già espansa ad altri attori, tra i quali almeno alcuni dei principali?
Mercoledì, 24 gennaio 2024