
di Michele Brambilla
Come dice Papa Francesco alla recita dell’Angelus del 10 febbraio, «il Vangelo di oggi (cfr Lc 5,1-11) ci propone, nel racconto di Luca, la chiamata di San Pietro». Le letture della V domenica del Tempo ordinario menzionano anche la vocazione del profeta Isaia (cfr Is 6,1-8), ponendola in parallelo con quella di Pietro: è lo stesso Dio che chiama, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento.
Parlando del primo Papa, Francesco ne elenca anzitutto le generalità, non prive di significato. «Il suo nome – sappiamo – era Simone, ed era pescatore. Gesù, sulla riva del lago di Galilea, lo vede mentre sta sistemando le reti, assieme ad altri pescatori. Lo trova affaticato e deluso, perché quella notte non avevano pescato nulla», ma l’Emmanuele (“Dio con noi”) non rinuncia ad abitare anche quella fatica per aprire la prospettiva angusta del pescatore galileo verso orizzonti inimmaginabili. «[…] sale sulla sua barca e gli chiede di allontanarsi un po’ da terra perché vuole parlare alla gente da lì – c’era tanta gente. Così Gesù si siede sulla barca di Simone e insegna alla folla radunata lungo la riva». In questo modo l’ancora inconsapevole Simone comincia a praticare quello che sarà il proprio vero mestiere: guidare non una semplice barca da pescatore, bensì la nave della Chiesa, sulla quale assieme a tutti noi c’è ogni giorno il Risorto.
Il futuro apostolo intuisce che il Passeggero non è un rabbi come gli altri, e se ne esce con la prima professione di fede. «Simone risponde» infatti inizialmente «con una obiezione: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla…”. E, come esperto pescatore, avrebbe potuto aggiungere: “Se non abbiamo preso niente di notte, tanto meno prenderemo di giorno”». Eppure, sottolinea il Papa, non lo fa: «Invece, ispirato dalla presenza di Gesù e illuminato dalla sua Parola, dice: “…ma sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,5)».
Commenta il Pontefice: «Il miracolo più grande compiuto da Gesù per Simone e gli altri pescatori delusi e stanchi, non è tanto la rete piena di pesci, quanto l’averli aiutati a non cadere vittime della delusione e dello scoraggiamento di fronte alle sconfitte». Èindubbio, infatti, che gli apostoli di ieri e di oggi siano stati costituiti per radunare il maggior numero di persone attorno al Signore, tuttavia tanti oppongono un rifiuto all’invito alle nozze dell’Agnello e questo, per chi è consapevole di stare portando un messaggio dal quale dipende la salvezza dell’umanità, può essere molto scoraggiante.
Tuttavia, se si è altrettanto consapevoli della presenza costante e indefettibile di Gesù, lo sguardo sulla realtà non può che essere sereno, anche sui propri limiti, e la risposta all’appello del Signore sempre pronta. Cristo i Dodici «li ha aperti a diventare annunciatori e testimoni della sua parola e del regno di Dio. E la risposta dei discepoli è stata pronta e totale: «Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono» (Lc 5,11)», ritenendo un successo il solo fatto di essere stati scelti dal Messia per la missione. Così, ammonisce il Papa, deve essere anche per noi, che possiamo contare anche sull’assistenza di Colei che è definita nelle Litanie lauretane «Auxilium christianorum»: «la Vergine Santa, modello di pronta adesione alla volontà di Dio, ci aiuti a sentire il fascino della chiamata del Signore, e ci renda disponibili a collaborare con Lui per diffondere dappertutto la sua parola di salvezza».
Lunedì, 11 febbraio 2019