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Consola un alunno in lacrime. Licenziata, ma poi «risarcita»

22 Aprile 2022 - Autore: Alleanza Cattolica

Da Avvenire del 10/04/2022

Cosa c’è di sbagliato nella consolazione di un abbraccio offerta da una maestra a un bambino arrabbiato e agitato? La risposta non è ovvia. A Sabrina Wilmott, educatrice della scuola Whitefield Primary Academy di Luton, a nord di Londra, lo slancio d’affetto avuto nei confronti di un suo alunno, quattro anni, con difficoltà di apprendimento, è costato il licenziamento. La donna, accusata di aver «abusato» della fiducia conferitagli dal ruolo per accogliere tra le braccia il piccolo, in evidente stato confusionale, ha contestato la decisione della presidenza al tribunale del lavoro di Watford. Dopo più di un anno di udienze il giudice Bellamy Forde le ha dato ragione: quell’abbraccio non era così grave da giustificare l’allontanamento dal lavoro. L’istituto, gestito dal Pioneer Learning Trust, è stato costretto a pagarle un risarcimento da 7.257 sterline.

L’accaduto non sorprende più di tanto nel Regno Unito. Il pronunciamento della Corte ha certificato, sì, che il sollevamento dall’incarico è stato sproporzionato rispetto all’azione contestata: un abbraccio di qualche secondo. Ma non ha mancato di sottolinearne l’inappropriatezza.

Paragonandolo a una sorta di incidente.

L’insegnate, ha spiegato il giudice Forde, «era consapevole che non avrebbe dovuto invitare il bambino all’abbraccio», magari con lo sguardo o con un gesto appena accennato, «essendo consapevole dei rischi a questo associati». Quali? Un provvedimento disciplinare, appunto, per condotta «gravemente inappropriata».

Durante il processo la donna ha spiegato di aver ceduto alla coccola “corpo-a-corpo” non per vezzo ma per calmare il piccolo che, agitato da un rimprovero, avrebbe altrimenti potuto farsi del male da solo.

Ha però negato «con veemenza» di avergli dato un bacio sulla guancia smentendo alcuni testimoni inorriditi dall’idea che un’insegnante di scuola materna possa arrivare a prendersi tanta libertà.

Generosità, questo è il problema, in odore di abuso. È emerso che l’insegnante fosse in pratica «tenuta d’occhio» dai colleghi: donna «estremamente sensibile», è stato detto, abituata a osare carezze. Molti l’avevano notata proprio perché usava mettersi in ginocchio per aiutare i bambini a infilare il cappotto prima di andare via. Troppo spesso non senza avergli stampato uno “smack” sulla fronte o sulla guancia. Accuse, quelle dei baci, di cui non ci sono prove. Il licenziamento è stato disposto da un consiglio d’istituto convocato online e notificato da una lettera. «I dipendenti – argomentava la missiva – non devono abusare della loro posizione di fiducia né assumere comportamenti che possano sembrare tali». Sara Salamat, addetta alla salvaguardia degli alunni di un istituto comprensivo del Kent, conosce bene le regole non scritte in vigore nelle scuole britanniche: «I bambini – dice – non devono essere sfiorati, né per un bacio né per un buffetto». Lo spettro delle violenze sui minori, spiega, «ha fatto del contatto fisico la nuova frontiera del politically correct. Credo che sia sbagliato. I piccoli hanno spesso un disperato bisogno di abitare l’abbraccio di qualcuno. Il rischio di una denuncia è sempre dietro l’angolo».

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