Di Giulio Menotti da Il Foglio del 19/06/2023
importanza non è opera tua, qualunque sia il nome che decidi di darle”. Oppure in “Oltre il confine”: “Non si può toccare il mondo. Non si può tenerlo in mano perché è fatto solo di respiro”. Scriveva come un angelo sterminatore, McCarthy, come una luce in esilio da una patria superiore. Promeneur solitaire della post-modernità, McCarthy realizzava romanzi che come un guanto ti prendono per non lasciarti più, riserve di pietà che servono a pensare a certi destini e si ha voglia di sbarazzarsene dopo averli letti. Ci ha aperto gli occhi sui lini appena lavati della scienza. Il Passeggero è un testamento di laicità religiosa e tragica. “Nasciamo tutti dotati della facoltà di vedere il miracoloso. Non vederlo è una scelta”. “Versiamo acqua sul bambino e lo battezziamo. Non per fermarlo nel nostro cuore ma per fermarlo con i nostri artigli”. “Ogni cosa sembra dipendere dalla velocità della luce ma nessuno vuole parlare della velocità delle tenebre”. “Per molti anni ha aspettato che Dio gli dicesse cosa ci si aspettava da lui. Cosa doveva fare con la sua vita. Ma Dio non gliel’ha mai detto”. “Pietà è la contrada dell’uomo solo”. “Cosa siamo noi? Dieci percento biologia e novanta percento mormorio notturno”. Violinista di prim’ordine, Alicia ammira Bach, e sa cosa (o chi) ha motivato la musica del grande compositore tedesco. Quando descrive di aver speso la sua eredità per un violino Amati, ricorda di aver pianto quando lo ha suonato per la prima volta. Lo strumento deve aver avuto origine nella mente di Dio, insinua, tanto perfetta è la sua costruzione. La vita eterna è “improbabile”, dice Alicia, ma la “probabilità non è zero”. “Potrebbe anche darsi che alla fine tutti i problemi siano problemi spirituali. La natura spirituale della realtà è stata la principale preoccupazione dell’umanità da sempre e non scomparirà presto. L’idea che tutto sia solo roba non sembra fare per noi”. Robert Coles sul New Yorker lo ha paragonato ai drammaturghi greci e ai moralisti medievali. Un conservatore pessimista (“la civiltà occidentale è andata definitivamente in fumo nelle ciminiere di Dachau”) che aggiunge altre stranezze al suo curriculum di isolato dal demi monde letterario. Nel Passeggero McCarthy critica la visione del mondo freddamente logica di Alicia (che alla fine la porterà all’autodistruzione) attraverso un personaggio che chiama “Thalidomide Kid”. Il nome di The Kid è un farmaco che è stato considerato una cura miracolosa in occidente durante la metà del XX secolo. Voleva eliminare la nausea che accompagna la gravidanza, ma gli scienziati non sono riusciti a scoprire i catastrofici difetti alla nascita che produceva nei neonati. “Auschwitz e Hiroshima sono gli eventi gemelli che suggellarono per sempre il destino dell’occidente”, si legge ne Il passeggero. McCarthy lo aveva già scritto in Sunset Limited: “Le cose in cui credevo non esistono più. E’ sciocco fingere. La civiltà occidentale è andata in fumo nei camini di Dachau, ma ero troppo infatuato per vederlo. Ora lo vedo”. Per usare le parole di George Steiner, McCarthy è “il canto che ci riporta alla casa dell’origine dove non siamo ancora mai stati”. Alicia è ospite in un istituto che porta il nome latino Stella Maris. La Vergine Madre dei marinai. Alla fine del Passeggero, troviamo Bobby in un faro in Spagna, affacciato sul mare protetto dalla stella del mare. “Vivo in un mulino a vento. Accendo candele per i defunti e cerco di imparare a pregare”. “Per cosa preghi?”. “Non prego per niente. Prego soltanto”.