• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
    • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno – Don Piero
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Articoli / “Cosa accadrebbe a un Charlie Gard in Italia?”

“Cosa accadrebbe a un Charlie Gard in Italia?”

30 Giugno 2017 - Autore: Alfredo Mantovano

Mentre si discute del caso del bambino inglese, in Italia è infatti in corso di approvazione una legge sul testamento biologico che apre all’eutanasia anche dei minori. Intervista ad Alfredo Mantovano

In Italia si può già arrivare facilmente a un verdetto letale come quello pronunciato dai medici inglesi sul bambino inglese Charlie Gard. Non sono indispensabili tribunali e sentenze, «sono sufficienti le prassi già in vigore», spiega a tempi.it Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro Studi Livatino. La “norma” infatti non è amica del malato terminale, grave o impegnativo, e non solo se affetto da una patologia rarissima e semisconosciuta come quella di Charlie: «Nel sistema sanitario italiano accade che un paziente cui viene riscontrata una patologia tumorale sia dissuaso dall’iniziare una cura che potrebbe avere successo se per esempio ha un’età molto avanzata: gli si parla di proporzione tra cure e sofferenze, ma la verità è che le risorse sono limitate, non riescono a garantire a tutti cure costose e impegnative per chi le mette in opera, e, soprattutto, vengono destinate a questioni che si ritengono più importanti. Come la fecondazione artificiale di tipo eterologo». Mantovano ricorda che approvando i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza pubblica) in cui è inserita la copertura dei costi dell’eterologa, il governo ha di fatto sottratto «ulteriori risorse alla cura efficace di patologie anche gravi per destinarle a una pratica che, al netto di qualsiasi considerazione etica, conosce esiti positivi inferiori al 15 per cento dei trattamenti avviati, ove il “successo” è il “bambino in braccio”». In altre parole, in Italia medici e sanitari sono già costretti a fare selezione perché «sono state fatte delle scelte di tipo ideologico che non orientano le risorse alla tutela della salute dove è necessaria, ma alla tutela dei desideri. Per questo dico che se di una legge c’è necessità oggi non è certo quella sulle Dat, ma una legge che torni a individuare delle priorità giuste, fondate sul rispetto della persona».

TESTAMENTO BIOLOGICO. Mentre si discute del caso di Charlie Gard, in Italia è infatti in corso di approvazione una legge sul testamento biologico che apre all’eutanasia anche dei minori, rendendo possibile la sospensione di idratazione e nutrizione qualificate come trattamenti sanitari: «Nell’articolo 1, comma 6, si legge: “Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali. A fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali”. Quest’ultimo periodo è stato inserito come una beffa, spiegando che permetterebbe il riconoscimento dell’obiezione di coscienza; in realtà può essere utilizzato esattamente al contrario. In un caso come quello di Charlie, che non è in grado di esprimersi e per il quale sono i genitori a farlo, verrebbero richiesti trattamenti sanitari che consentano un filo di speranza. Ma proprio per il contesto e le prassi di cui parlavamo sopra, la richiesta avrebbe esito negativo, e così questa norma darebbe pieno fondamento allo stesso risultato a cui si è arrivati in Inghilterra».

DUE CASI OPPOSTI, STESSA SENTENZA. Lo stesso esito che in Italia ebbe un caso opposto, quello di Eluana Englaro. Per Charlie è stata determinante la nomina di un guardian (lo ha spiegato bene il Foglio), nel caso Englaro lo è stata la nomina di un tutore allineato alla decisione del padre Beppino di non farla più assistere: in entrambi i casi ai giudici non è spettato che indagare la “posizione legale” senza entrare nel merito delle due vicende. Per Eluana venne usato l’alibi dell’autodeterminazione delegata a un terzo (la stessa che con la disciplina per i minori prevista dalle Dat realizzerebbe un’eutanasia di non consenziente, non essendo di fatto il paziente a decidere), ma per Charlie questo potere decisionale delegato ai genitori non sarebbe valido. Per Eluana il padre ha chiesto la morte, per Charlie i genitori hanno chiesto la vita. Due casi opposti, stessa sentenza. Cosa accadrebbe a un Charlie Gard in Italia, dunque? Quello che accade già ora, mentre per la prima volta nel nostro ordinamento sta passando una legge che afferma in modo esplicito il principio della disponibilità della vita umana contro quello della sua indisponibilità.

Da “Tempi” del 30 giugno 2017. Foto da articolo 

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Articoli, Dalla stampa

Info Alfredo Mantovano

Footer

Alleanza Cattolica

via del Teatro Valle 51, 00186 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2021 Alleanza Cattolica · Accedi