[Da Cristianità] attingo sempre conforto e incoraggiamento. La nostra società vive in sostanza ancora solamente dei pochi che hanno il coraggio di guardare la realtà e di proclamare la verità, anche se entrambe sono contro l’illusione e contro la menzogna.
Hans Sedlmayr
(lettera, del 16 maggio 1976)
Una rivista [Cristianità], che […] vuole essere punto di riferimento per la valutazione dei fatti del giorno secondo quell’ortodossia cattolica il cui programma, di connessione tra la fede religiosa e i giudizi filosofici, morali e politici, è stato fissato nell’enciclica di Leone XIII Aeterni Patris.
Augusto Del Noce
(Il Tempo, 4 giugno 1980)
Nell’estate del 1973, datato luglio-agosto, usciva il n. 0 di Cristianità; quindi, nell’autunno del 1983, datato agosto-settembre-ottobre, il n. 100; ora, nell’inverno del 1991, datato dicembre, è la volta del n. 200.
La ricorrenza — ripetiamo le parole del 1983 — è occasione per almeno due considerazioni di qualche rilievo. La prima riguarda l’opera svolta da Cristianità rivista, da Cristianità cooperativa editrice e da Alleanza Cattolica, che entrambe sostiene e veicola. Si tratta di un’opera che riteniamo ben descritta nell’autopresentazione della rivista, cioè di un’opera contro la disinformazione, realizzata attraverso la presentazione dei fatti che i mass media non dicono, con l’emissione di giudizi che i mass media non enunciano, mediante la proclamazione di valori che i mass media non richiamano. Quest’opera caratterizza una rivista indipendente di critica cattolica, sulla soglia del terzo millennio cristiano, che mira a trasmettere — e talora osa perfino elaborare — una cultura per la politica derivante dalla fede, nella prospettiva di una società a misura di uomo e secondo il piano di Dio: insomma, con espressione puntuale del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, uno strumento al servizio consapevole della “nuova evangelizzazione”.
La seconda considerazione propiziata dall’uscita del n. 200 — un numero 200 nominale, che rappresenta il numero 157 reale — esprime gratitudine e riconoscenza per ogni aiuto ricevuto — per quanto piccolo sia stato — da parte di chi, in qualche modo e a qualche titolo, condivide la nostra battaglia. Di tale sostegno — dalla preghiera all’abbonamento, dalla difesa contro la calunnia alla diffusione — non solo siamo profondamente grati ma, ringraziandone Dio e la sua santa Madre, chiediamo ricompensino quanti sono stati materiali strumenti della loro grazia, senza la quale quanto è stato fatto non poteva certo essere né intrapreso, né continuato, né svolto.