“Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.” (MT. 26, 47-50)
di Mario Vitali
Era il 1303 quando il banchiere Enrico Scrovegni fece edificare, a Padova, una piccola cappella a una sola navata, conosciuta come “Cappella degli Scrovegni”, “ e chiese a Giotto di Bondone (1267-1336) di affrescarla. Il grande artista, accettò l’incarico e si dedicò all’impresa fino al 1305, anno in cui la cappella fu consacrata. Ricoprì l’intera superficie muraria con più cicli di affreschi raffiguranti le Storie di Cristo.” (“Il Bacio di Giuda” – Giotto, Giuseppe Nifosi)
Sulla parete destra della cappella è raffigurato uno degli episodi più toccanti della passione del Signore magistralmente affrescato dall’artista e conosciuto con il nome di “Il Bacio di Giuda”.
Il dipinto rappresenta Gesù che viene raggiunto e abbracciato da Giuda Iscariota che lo bacia per rivelarne l’identità consentendo ai membri e ai soldati del Sinedrio di catturarlo.
La scena si presenta concitata, tutte le figure sono in movimento, Gesù viene raggiunto da una folla minacciosa, si notano le lance e i bastoni impugnati dai soldati rivolti verso il cielo, le torce per illuminare la scena che si svolge in piena notte, i soldati del Sinedrio che si stringono attorno a Gesù per eseguirne l’arresto, gli Apostoli che tentano la sua difesa, Pietro che con la spada taglia l’orecchio a un soldato che Giotto evidenzia chiaramente mostrando l’orecchio staccato. A destra Caifa che, ricoperto da un elegante mantello rosa, impartisce gli ordini ai soldati. A sinistra un uomo incappucciato afferra il mantello di qualcuno che sembra stia fuggendo. Al centro della scena tumultuosa i volti di Giuda e di Gesù. Il rumore della grande folla sembra sfumare quando si osserva il volto dei due protagonisti.
Tutti i personaggi sono ripresi di profilo, oppure addirittura di schiena e obbligano anche l’osservatore a fare convergere la propria attenzione sui due protagonisti. Molto interessantile voluminose figure di schiena in quanto accentuano la nostra percezione dello spazio dipinto, posizionate tra noi che osserviamo e quanto accade e che aiutano a proiettarci dentro la scena per vedere cosa sta succedendo ma trovando qualcuno davanti. “Siamo quindi invitati a partecipare a quel fatto, il quale è appunto un fatto, non il racconto di un libro, qualcosa che realmente è accaduto e che ha cambiato la storia. Anche la nostra”. (Idem, Giuseppe Nifosi)
I volti di Gesù e Giuda si trovano così al centro della composizione. Giotto con impressionante maestria legge nel profondo dell’animo di ogni protagonista ed esprime visivamente i sentimenti umani dello stupore, dell’amore, del dolore, dell’odio, del tradimento. Mentre tutt’attorno c’è grande agitazione, Gesù rimane fermo, addirittura sembra immobile, non dice nulla, si limita a guardare Giuda che lo avvolge nel suo mantello in un abbraccio. Giuda sembra esitare prima del bacio, le labbra protese in una smorfia angosciata. Sembra di sentirlo il respiro ansimante di Giuda ripreso nell’atto della consegna: il bacio con cui indica il ricercato da catturare.
Ancora più vivo e palpitante è lo sguardo di Gesù che risponde al tradimento con la chiamata all’amicizia di un tempo che non viene meno neppure ora. Pochi secondi. E’ l’ultima chiamata…Ora c’è il terrore negli occhi del vecchio discepolo. Lo sguardo del Signore è calmo e intenso. La forza di questa rappresentazione sta nella fissità dello sguardo del Signore, guardando negli occhi il discepolo che sta per tradirlo, trapassa la colpa, approdando a un al di là che è oltre la giustizia.
Avrà Giuda, magari un istante prima di chiudere gli occhi nell’ultima colpa, il suicidio, scoperto che gli occhi del rimprovero erano gli stessi occhi del perdono? Di Giuda non sappiamo altro; ma di Gesù quanto basta per dire che è morto per tutti i peccatori, Giuda e noi compresi.
Sabato, 4 gennaio 2025
*Immagine in evidenza: la cappella degli Scrovegni – Padova