• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Libertà religiosa
    • Occidente
    • Politica internazionale
    • Famiglia
      • Matrimonio
      • Divorzio
      • Family day
      • Unioni civili
      • Omosessualità
    • Educazione
    • Vita
      • Aborto
      • Droga
      • Fine vita
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Archivio film
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • Spigolature
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
    • Ora di adorazione
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Via Pulchritudinis / Svezia: la dittatura della solitudine

Svezia: la dittatura della solitudine

23 Febbraio 2019 - Autore: Daniele Fazio

di Daniele Fazio

Nella vulgata politically correct, i Paesi dell’Europa Settentrionale sono insistentemente presentati quali modelli di efficienza amministrativa e organizzativa che sopperisce in maniera scientifica a ogni bisogno dell’uomo. Un’organizzazione impeccabile che ha mirato a rendere l’uomo indipendente in tutto e per tutto dalle stesse relazioni parentali e amicali. L’uomo si ritrova così sazio e allo stesso tempo disperato, perché in quel contesto ha perso i connotati della propria natura, le radici del proprio essere, la bellezza della propria esistenza, lo sforzo per raggiungere la felicità e la gioia di goderne.

A descrivere i lineamenti di un mondo che è divenuto palesemente il teatro della catastrofe antropologica è il film documentario La teoria svedese dell’amore (2015) del regista Erik Gandini, disponibile anche in lingua italiana dal 2016 e presente sul web in una visione ridotta di poco meno di 60 minuti. Il registra – che non ha affatto obiettivi critici e men che meno etici – non fa altro che tratteggiare le caratteristiche della società svedese a partire dalle conseguenze delle riforme attuate sin dai primi anni 1970 da governi prevalentemente di marca socialdemocratica.

L’universo “valoriale” a cui tali riforme sono ispirate ruota attorno all’idea di un individualismo pienamente compiuto che, dovendo realizzare la libertà assoluta, disintegra ogni aggregazione sociale e distrugge la famiglia ritenuta una struttura antiquata. Il raggiungimento dell’indipendenza economica dei singoli è semplicemente funzionale alla frantumazione dei legami e all’affrancamento dalla naturale socievolezza umana.

Il diktat politico-ideologico dell’indipendenza assoluta ha prodotto così una società di individui, che ogni giorno fanno i conti con la propria solitudine. Concretamente, per esempio, quando sente il desiderio di avere figli, una donna si rivolge a una banca qualsiasi del seme. L’istituto, dopo averne selezionato le preferenze attraverso una piattaforma virtuale, invia comodamente a casa una provetta con tutte le istruzioni per l’auto-inseminazione. Naturalmente ciò avviene perché vi sono altrettanti maschi “altruisti” che depositano il proprio seme in queste banche e lo rendono disponibile per tali maternità. Et voilà, grazie ai soldi, in una manciata di minuti e rigorosamente senza alcun contatto fisico, un maschio sconosciuto ha soddisfatto il desiderio di una donna altrettanto sconosciuta che tramite una fai-da-te casalingo soddisfa il “diritto” di avere un figlio. 

I figli programmati di madri single sono una realtà straordinariamente ordinaria, così come è normale, a fronte di un sistema socioassistenziale che risponde a ogni esigenza tecnica, morire da soli e dimenticati da tutti, senza che nessuno si ricordi o pianga attorno alla bara. Fioriscono, pertanto, agenzie dedite all’individuazione dei parenti dei morti, i quali spesso vengono scoperti solo a causa dell’odore nauseabondo che emanano decomponendosi negli appartamenti o addirittura perché i pagamenti online di bollette o quant’altro non vengono più assolti. Spesso la ricerca non produce però risultati o ne produce di negativi e quindi l’agenzia si fa carico dell’espletamento di ogni onere economico e burocratico.

Poi c’è l’integrazione degli stranieri. Integrare il nuovo venuto vuole dire istruirlo a questo orizzonte esistenziale in cui, se da un lato si deve parlare il meno possibile e vivere isolati, dall’altro – come ingranaggi di un orologio – si ha l’obbligo spasmodico di essere precisi e puntuali. Lo svedese adulto – senza padre né madre – ha un solo obbligo: curarsi della propria individualità.

Due le sequenze in controtendenza che vale la pena però sottolineare. La prima è la reazione di alcuni gruppi di giovani. Un po’ come il Waldgänger jüngeriano, stanchi del mondo rigidamente organizzato, si ritrovano nei boschi a fare esperienza dell’umanità reale: guardarsi negli occhi, parlarsi, stare insieme, abbracciarsi, piangere e sostenersi reciprocamente nelle difficoltà. La seconda è l’esperienza di un chirurgo svedese trasferitosi in Africa, un continente in cui non ha certamente trovato l’efficienza, ma ha scoperto l’umanità e l’anelito all’interdipendenza, e con essa alla continua ed avventurosa sfida della felicità.

Il documentario – che a tratti propone sequenze anche sgradevoli – sembra una pellicola di fantascienza, mentre è tutto balordamente reale. La “società liquida”, illusa dalla perfezione della tecnica e dominata dalla burocrazia, cancella così l’autenticità dell’uomo, bandisce i rapporti reali in favore di quelli virtuali e in nome della sicurezza nega la felicità, che non è una vita senza problemi, ma il superamento di questi anche con l’aiuto altrui.

Sabato, 23 febbraio 2019

* campi obbligatori
Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla Privacy per avere maggiori informazioni.

Controlla la tua posta in entrata o la cartella spam adesso per confermare la tua iscrizione.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) LinkedIn
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp

Correlati

Archiviato in:Cinema, Via Pulchritudinis

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Privacy Policy

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • WhatsApp
  • YouTube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2025 Alleanza Cattolica · Accedi