Da Avvenire del 22/07/2020
Due articoli del ddl Zan sono già nel decreto rilancio. Quindi continuare l’esame del provvedimento ignorando questo aspetto rischia di ledere gravemente la dignità del Parlamento. Parla addirittura di ‘frode parlamentare’ il Centro studi ‘Rosario Livatino’ in una nota in cui ribadisce quanto già emerso nei giorni scorsi. «Gli articoli 7 e 9 – argomenta Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro Livatino – sono stati già approvati dalla legge di conversione e fanno parte dell’articolo 105 quater. Esistono norme in base alle quali se un provvedimento è in discussione in un ramo del Parlamento non può esserlo nell’altro». Una situazione che, a parere di Mantovano, rappresenta «una presa in giro di tutti i deputati che hanno presentato emendamenti su norme che sono già legge» ed un «affronto ai cittadini in questo momento di crisi per l’attribuzione già approvata di fondi alle associazioni Lgbt». «L’articolo 7 – si legge nella nota – prevede che ‘Il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità’, sia incrementato di 4 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020, al fine di finanziare politiche per la prevenzione e il contrasto della violenza per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere e per il sostegno delle vittime’. Inoltre stabilisce ‘un programma per la realizzazione in tutto il territorio nazionale di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere’».
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