Di Francis Khoo Thwe da AsiaNews del 19/04/2021
Due basi militari dell’esercito sono state conquistate questa mattina dall’esercito di indipendenza Kachin (Kia), uno dei più addestrati gruppi etnici armati nel nord del Paese. Le due basi cadute nelle mani del Kia si trovano nella zona di Hpakant. Da alcune settimane nella regione avvengono scontri fra i soldati della giunta e le truppe del Kia, che hanno deciso di combattere per difendere i civili che dimostrano contro il colpo di Stato, alla mercé delle violenze e dei cecchini dell’esercito. Insieme al Kia, altri gruppi etnici armati sono sempre più implicati nella lotta contro la giunta.
Anche la resistenza della popolazione civile non si ferma. Ieri si sono registrate nuove manifestazioni in diverse parti del Paese: a Palaw, Hpakant, Sagaing, Mogok, Mandalay, Meiktila, Magway, Myingyan. Nella zona di Myingan, ieri pomeriggio circa 200 membri delle forze di sicurezza hanno sgominato le barricate del centro della resistenza e fatto almeno sei arresti. Secondo fonti locali, negli scontri non è morto nessun civile, ma vi sono vittime fra i militari perché la gente ha utilizzato armi artigianali e fucili da caccia.
Nella notte gli oppositori della giunta hanno ricostruito le barricate, ma quest’oggi verso le 10 del mattino i soldati le hanno di nuovo distrutte. Per seminare terrore, essi hanno sparato in tutte le direzioni. Un venditore di riso, che stava chiudendo il suo negozio, è stato colpito in modo grave.
Il nuovo governo di unità nazionale
Intanto, il governo ad interim, che raccoglie parlamentari e membri delle etnie (v. foto), dichiarato il 16 aprile scorso, ha chiesto all’Asean (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico) di non riconoscere la giunta militare e invitare un loro rappresentante al prossimo raduno dell’associazione.
Il prossimo 24 aprile a Jakarta si terrà un incontro speciale dell’Asean, dove si potrà affrontare la questione della crisi birmana. Secondo indiscrezioni del ministero degli Esteri thai, al raduno dovrebbe essere presente il gen. Min Aung Hlaing, il capo della giunta che ha preso il potere dopo il colpo di Stato.
Finora i membri dell’Asean non hanno mai condannato il colpo di Stato, ma hanno criticato con forza le violenze contro la popolazione civile. Alcuni di loro si sono detti favorevoli a una ripresa del dialogo fra esercito e parlamentari, nell’attesa di nuove elezioni, sulla scia di quanto promesso dalla giunta.
Il governo ad interim, che si autodefinisce “governo di unità nazionale”, rivendica di essere la legittima autorità politica del Myanmar e ha chiesto alla comunità internazionale e all’Asean di essere riconosciuto come tale.
Nei giorni scorsi, per celebrare il Nuovo anno, la giunta ha liberato 23184 prigionieri, ma secondo molti locali, fra questi non vi è quasi alcun prigioniero politico. L’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici, afferma che fino a ieri gli uccisi da parte della giunta sono 737; gli arrestati 3229.
Ieri a Yangon è stato arrestato il giornalista giapponese Yuki Kitazumi, che nella notte è stato trasferito nella prigione di Insein, dove di solito vengono incarcerati i prigionieri politici. Kitazumi ha spesso ripreso manifestazioni ed eventi legati al movimento pro-democrazia ed era stato brevemente arrestato lo scorso febbraio. Il governo giapponese ha chiesto il suo rilascio.
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