Da Libero del 24/10/2023
«La vera ideologia non
è la difesa della famiglia, ma
questo bisogno di applicare
a tutto una definizione, un
modello ortopedico, e diin-
casellare tutto in una nor-
ma legislativa e in un mo-
dello predefinito».
Se voi di destra non di-
fendete la famiglia tradi-
zionale, cosa difendete?
«Semplicemente la fami-
glia, definita dalla Costitu-
zione più bella del mondo
come “società naturale”,
un concetto che va ben ol-
tre l’idea di tradizione. Poi,
ovviamente, c’è la libertà di
ciascuno di vivere la pro-
pria affettività come deside-
ra. Quella che veniamo ac-
cusati di voler difendere –
ed è surreale che si tratti di
un’accusa – è l’esperienza
che tutti abbiamo vissuto,
da cui tutti proveniamo, dal
momento che siamo tuttifi-
gli di un uomoe di una don-
na, nati nel grembo di una
donna, e che questo non
cambia neanche con le
nuove tecniche di procrea-
zione assistita».
E non crede che questo
modello stia saltando, co-
me dice la Littizzetto?
«È impossibile che que-
sto modello salti, perché è
quello da cui originala con-
tinuità della società uma-
na. È un modello che non
ha alternative perché pog-
gia su una realtà di fatto.
Una realtà che non lede la
libertà di nessuno, non to-
glie nulla a nessuno, ma ar-
ricchisce la società assicu-
randole, attraverso la filia-
zione, una prospettivagene-
razionale di futuro».
Il modello della fami-
glia «naturale» non avrà
alternative, come dice lei,
ma è comunque in crisi.
«È vero che è entrato in
crisi, perché le famiglie so-
no sempre piùfragili e sem-
prepiù esposte.Basti pensa-
re che ormai il 30 per cento
dei nuclei familiari in Italia
è costituito da una persona
sola, basti pensare al crollo
della natalità. Ma questo
non significa che ci siano
“modelli” alternativi, per-
ché in realtà è proprio sba-
gliato parlare di “modelli”.
La stessa cosiddetta “fami-
glia queer”, di cui tanto si è
parlato, non è altro che una
delle forme di rapporti fra
personeche sono stati speri-
mentate già negli anni Set-
tanta con le cosiddette co-
muni».
Le vicende familiari e
private dei leader e di
molti esponenti del cen-
trodestra sono assailonta-
ne dal modello “tradizio-
nale”. In questo modo
non si presta il fianco
all’accusa di ipocrisia?
«Ciascunoèlibero divive-
re i propri sentimenti e le
proprie relazioni. Io stessa
provengo da una famiglia
molto particolare,moltoati-
pica, molto libera, e ritengo
che ogni persona debba co-
struire la propria relaziona-
lità in piena libertà, in base
ai propri bisogni, desideri e
convincimenti. Le relazioni
affettive sono quanto di più
privato e personale possa
esistere, non hannomodel-
li, ognuno le costruisce a
partire da sé».
E davanti a realtà priva-
te così complesse e diver-
se che cosa deve fare lo
Stato?
«Lo Stato non può certo
intromettersi nella dimen-
sione affettiva. Quello che
lo Stato fa è fornire un qua-
dro giuridico di riferimen-
to, che ovviamente non in-
veste i sentimenti o la ses-
sualità, ma riguarda la tute-
la dei figli e la continuità fra
le generazioni, che ha indi-
scutibilmente un rilievo
pubblico. A questo serve il
modello giuridico definito
nella Costituzione».
questo bisogno di applicare
a tutto una definizione, un
modello ortopedico, e diin-
casellare tutto in una nor-
ma legislativa e in un mo-
dello predefinito».
Se voi di destra non di-
fendete la famiglia tradi-
zionale, cosa difendete?
«Semplicemente la fami-
glia, definita dalla Costitu-
zione più bella del mondo
come “società naturale”,
un concetto che va ben ol-
tre l’idea di tradizione. Poi,
ovviamente, c’è la libertà di
ciascuno di vivere la pro-
pria affettività come deside-
ra. Quella che veniamo ac-
cusati di voler difendere –
ed è surreale che si tratti di
un’accusa – è l’esperienza
che tutti abbiamo vissuto,
da cui tutti proveniamo, dal
momento che siamo tuttifi-
gli di un uomoe di una don-
na, nati nel grembo di una
donna, e che questo non
cambia neanche con le
nuove tecniche di procrea-
zione assistita».
E non crede che questo
modello stia saltando, co-
me dice la Littizzetto?
«È impossibile che que-
sto modello salti, perché è
quello da cui originala con-
tinuità della società uma-
na. È un modello che non
ha alternative perché pog-
gia su una realtà di fatto.
Una realtà che non lede la
libertà di nessuno, non to-
glie nulla a nessuno, ma ar-
ricchisce la società assicu-
randole, attraverso la filia-
zione, una prospettivagene-
razionale di futuro».
Il modello della fami-
glia «naturale» non avrà
alternative, come dice lei,
ma è comunque in crisi.
«È vero che è entrato in
crisi, perché le famiglie so-
no sempre piùfragili e sem-
prepiù esposte.Basti pensa-
re che ormai il 30 per cento
dei nuclei familiari in Italia
è costituito da una persona
sola, basti pensare al crollo
della natalità. Ma questo
non significa che ci siano
“modelli” alternativi, per-
ché in realtà è proprio sba-
gliato parlare di “modelli”.
La stessa cosiddetta “fami-
glia queer”, di cui tanto si è
parlato, non è altro che una
delle forme di rapporti fra
personeche sono stati speri-
mentate già negli anni Set-
tanta con le cosiddette co-
muni».
Le vicende familiari e
private dei leader e di
molti esponenti del cen-
trodestra sono assailonta-
ne dal modello “tradizio-
nale”. In questo modo
non si presta il fianco
all’accusa di ipocrisia?
«Ciascunoèlibero divive-
re i propri sentimenti e le
proprie relazioni. Io stessa
provengo da una famiglia
molto particolare,moltoati-
pica, molto libera, e ritengo
che ogni persona debba co-
struire la propria relaziona-
lità in piena libertà, in base
ai propri bisogni, desideri e
convincimenti. Le relazioni
affettive sono quanto di più
privato e personale possa
esistere, non hannomodel-
li, ognuno le costruisce a
partire da sé».
E davanti a realtà priva-
te così complesse e diver-
se che cosa deve fare lo
Stato?
«Lo Stato non può certo
intromettersi nella dimen-
sione affettiva. Quello che
lo Stato fa è fornire un qua-
dro giuridico di riferimen-
to, che ovviamente non in-
veste i sentimenti o la ses-
sualità, ma riguarda la tute-
la dei figli e la continuità fra
le generazioni, che ha indi-
scutibilmente un rilievo
pubblico. A questo serve il
modello giuridico definito
nella Costituzione».