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Editoriale

21 Ottobre 2020 - Autore: Marco Invernizzi

Marco Invernizzi, Cristianità n. 405 (2020)

Mentre la Chiesa veniva ancora una volta «segnata» dagli errori e dai peccati — presunti o reali si vedrà — dei suoi figli, alcuni anche particolarmente rilevanti dal punto di vista gerarchico, la stessa Sposa di Cristo compiva tre gesti significativi.

Il primo è la pubblicazione della lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede Samaritanus bonussul tema dell’eutanasia, il secondo la pubblicazione dell’enciclica Fratres omnes e il terzo la beatificazione di Carlo Acutis (1991-2006). 

I primi due sono interventi del Magistero ordinario della Chiesa, il terzo è un gesto solenne con cui la Chiesa indica un modello per i fedeli; un gesto che, pur non impegnandola infallibilmente come la canonizzazione, rimane comunque un passaggio necessario verso di essa.

È inutile che sottolinei l’importanza del Magistero, tanto più per una Chiesa che vorrebbe essere missionaria e dunque ha ancora maggiore bisogno della sicurezza dottrinale. Quindi i due testi vanno studiati, non solo letti, e fatti oggetto di riflessioni non solo all’interno di movimenti e di associazioni, ma anche nelle parrocchie, senza pretendere di giudicare quanto non si conosce e senza trattare il Magistero come fosse un’opinione, per quanto autorevole.

«Il Magistero ordinario e universale del Papa e dei Vescovi in comunione con lui insegna ai fedeli la verità da credere, la carità da praticare, la beatitudine da sperare».

Naturalmente la doverosa fedeltà al Magistero non annulla le diverse sensibilità dei fedeli e il desiderio di ciascuno che vengano trattati altri temi oppure che gli stessi siano affrontati diversamente. La Chiesa chiede lealtà, perché i fedeli hanno «[…] il diritto di essere istruiti intorno ai precetti divini salvifici, i quali purificano il giudizio e, mediante la grazia, guariscono la ragione umana ferita», ma anche «[…] il dovere di osservare le costituzioni e i decreti emanati dalla legittima autorità della Chiesa».

Pubblichiamo così due testi sull’enciclica. Il primo, di Lorenzo Cantoni, ne offre una «lettura» complessiva che può servire come introduzione e aiuta a cogliere l’aspetto complessivo di un testo lungo e articolato. Il secondo, di Domenico Airoma, aiuta a riflettere su come affrontare alcuni temi difficili del testo, e formula anche delle domande fraterne nella prospettiva di affrontare e superare alcune perplessità che possono legittimamente nascere dalla lettura del testo magisteriale.

In attesa di approfondire ulteriormente i due documenti mi preme sottolineare l’im­portanza della beatificazione di Carlo Acutis — un giovane di quindici anni, cresciuto in una famiglia non praticante —, che è qualcosa di più di una bella notizia. Si tratta, infatti, di un gesto che va contro la tentazione peggiore del tempo storico attuale, cioè lo scoraggiamento, la convinzione che il mondo sia irrimediabilmente lontano da ogni prospettiva di cambiamento e la conversione degli uomini sia diventata impossibile; e per qualcuno addirittura non auspicabile. 

Il beato Carlo Acutis testimonia il contrario: incarna la speranza che Cristo possa essere annunciato anche ai nostri tempi. Non soltanto annunciato, ma testimoniato da un giovane che sapeva affrontare anche temi come divorzio e aborto sui quali il «politicamente corretto» chiede a vescovi e a fedeli di tacere, per non urtare il «pensiero unico» dominante. Come ha detto il card. Agostino Vallini nell’omelia della messa per la beatificazione, Carlo parlava anche dei temi etici, così scomodi. Certo, lo faceva con il garbo e la delicatezza che lo contraddistinguevano, senza rancore o zelo amaro, senza dimenticare che oggi soprattutto i giovani vanno avvicinati evitando di usare toni accesi che sarebbero fraintesi o comunque non capiti. Ma lo ha fatto, dimostrando così che si può diventare santi a quindici anni e all’interno di un mondo ostile e indifferente e che si può diventarlo senza rinunciare a dire la verità opportune et importune, anche su quei temi che il «pensiero unico» non vuole che siano affrontati.

E questo è quello che vale.

Una doverosa precisazione

Anche alla luce della pubblicazione del docufilm su Papa Francesco, proiettato a Roma il 21 ottobre nell’ambito del Festival del cinema e premiato nei Giardini Vaticani il giorno successivo, che ha suscitato tante polemiche a proposito di alcune parole del Pontefice sul tema delle unioni civili di persone omosessuali, serve una precisazione. 

Alleanza Cattolica ha sempre operato pubblicamente contro il riconoscimento delle unioni civili fra persone dello stesso sesso, in particolare contrastando per quanto possibile l’approvazione della cosiddetta «legge Cirinnà» nel 2016 sia come associazione ecclesiale sia nell’ambito delle iniziative promosse dal Family day-Difendia­mo i Nostri Figli. Lo ha fatto riconoscendo i sacrosanti diritti civili di ogni persona di qualsiasi orientamento sessuale, purché questi diritti non arrivassero, neppure lontanamente, a confondere alcuna convivenza affettiva alla famiglia naturale fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. Ancora, Alleanza Cattolica ha combattuto questa battaglia sulla scia del Magistero della Chiesa, particolarmente espresso nel documento della Congregazione per la Dottrina della Fede del 3 giugno 2003, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni fra persone omosessuali, e continuerà a proporre questa verità sulla famiglia alle prossime generazioni nella prospettiva di vanificare le conseguenze negative della «legge Cirinnà» e possibilmente di abrogarla.

Egualmente, Alleanza Cattolica intende ribadire la propria fedeltà e la propria obbedienza a Pietro, vicario di Cristo, e in particolare al suo Magistero ordinario in continuità con quello di tutti i suoi predecessori, da san Pietro in poi; e ribadisce questa fedeltà proprio nel momento in cui il regnante Pontefice viene manipolato e attaccato anche dall’interno della Chiesa cattolica. 

Infine, Alleanza Cattolica si permette di chiedere al Santo Padre, se lo riterrà opportuno, di intervenire quam primum per sciogliere i dubbi e le incertezze che alcune interpretazioni delle sue parole hanno suscitato nei fedeli, spesso in quei fedeli più sensibili a riconoscere con entusiasmo l’impor­tanza nella vita della Chiesa del Primato di Pietro.

Note:
(1) Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera «Samaritanus bonus» sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita, del 14-7-2020.
(2) Cfr. Francesco, Lettera enciclica «Fratres omnes» sulla fraternità e amicizia sociale, del 3-10-2020.
(3) Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2034.
(4) Ibid., n. 2037.
(5) Cfr. il testo nel sito web <https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/­religione/beatificazione-carlo-acutis-l-omelia-del-cardinale-vallini-49625>, consultato il 4-11-2020.

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