Conoscere meglio il venerabile Enrico Medi; musulmani contro Dante; cattolici perseguitati in Polonia
di Luca Bucca
– Chissà quanti degli studenti che frequentano istituti scolastici intitolati al fisico e politico Enrico Medi, morto cinquant’anni fa, il 26 maggio del 1974, e dichiarato venerabile il 23 maggio scorso da Papa Francesco, lo conoscono davvero. Che le due ricorrenze appena riferite possano essere l’occasione per proporre, non solo ai giovani, un modello di uomo e scienziato che ha saputo coniugare e tenere insieme scienza e fede in un’epoca che ha tentato, e tenta ancora, di contrapporle con esiti rovinosi.
– La notizia che in una scuola di Treviso due studenti islamici, su richiesta dei genitori, siano stati esonerati dallo studio della Divina Commedia, in quanto l’opera offenderebbe la loro religione (il riferimento è in particolare al canto XXVIII dell’Inferno, dove Dante pone Maometto tra i seminatori di scandalo e divisione), potrebbe essere rubricata tra le ordinarie storie di difficile integrazione, nell’incontro tra una cultura a suo modo forte come quella islamica e il ventre molle di un Occidente sempre più spesso incapace di portare ragioni a sostegno della propria identità. Questione seria, ma nel caso specifico probabilmente meno preoccupante di quanto le polemiche dei giorni successivi l’abbiano fatta apparire. L’oggetto del contendere riporta, però, alla mente un altro fatto di cronaca, relativo alla basilica bolognese di S. Petronio, dove in una delle cappelle è raffigurata, fin dal XV secolo, proprio una scena ispirata all’Inferno dantesco in cui è visibilissimo anche Maometto. Ciò è stato sufficiente perché a più riprese, dopo l’11 settembre 2001, sia stato necessario sventare tentativi di attentato da parte di gruppi fondamentalisti islamici. Tuttora il luogo è ritenuto sensibile e costantemente sorvegliato nell’ambito delle misure antiterrorismo. Da una parte, dunque, troviamo la cancel culture di casa nostra, subito pronta pavidamente a censurarsi, dall’altra chi è disposto a fare valere il proprio “punto di vista” con le buone o con le cattive. C’è da chiedersi, e – si badi – la domanda non è oziosa, per quanto tempo l’Occidente di Dante Alighieri potrà ancora resistere prima di cadere definitivamente.
– Chi studia seriamente il tema della libertà religiosa sa bene come la persecuzione possa essere spesso violenta, ma altre volte incruenta e quasi velata. È il caso della cosiddetta persecuzione amministrativa, che può colpire le confessioni religiose attraverso interventi politici o legislativi. Ne è un esempio quanto sta avvenendo proprio in questi giorni in Polonia, dove il sindaco centrista di Varsavia, Rafal Trzaskowski, con un’ordinanza ha disposto la rimozione dei simboli religiosi dagli uffici pubblici, mentre il vicepresidente del parlamento polacco, Włodzimierz Czarzasty, e la parlamentare Anna Maria Żukowska, entrambi della coalizione di sinistra, hanno presentato un’interrogazione al presidente del consiglio dei ministri Donald Tusk per indagare sui finanziamenti alla Chiesa cattolica. Nell’illustrare l’iniziativa Czarzasty ha peraltro dichiarato che «il gioco morbido con il clero è finito, lo dico a nome della sinistra». E ancora che «è necessario affrontare la fonte del male, e la fonte del male sono le forme di finanziamento del clero». Frasi che suonano chiaramente come una minaccia e che non lasciano certo presagire nulla di buono.
Mercoledì, 29 maggio 2024