Il Papa apre la seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità nella festa degli Angeli custodi, invitando tutti ad essere come loro nella Chiesa
di Michele Brambilla
Al posto dell’udienza generale Papa Francesco celebra, la mattina del 2 ottobre, la Messa di apertura della seconda sessione del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità. Il Papa stesso sottolinea, nell’omelia, la coincidenza con la festa liturgica dei Santi Angeli custodi. «In ascolto di ciò che la Parola di Dio ci suggerisce, potremmo allora prendere spunto da tre immagini per la nostra riflessione: la voce, il rifugio e il bambino», che sono tutti elementi citati nelle letture del giorno.
«Nel cammino verso la Terra promessa, Dio raccomanda al popolo di ascoltare la “voce dell’angelo” che Lui ha mandato (cfr Es 23,20-22). È un’immagine che ci tocca da vicino, perché anche il Sinodo è un cammino, in cui il Signore mette nelle nostre mani la storia, i sogni e le speranze» del Corpo mistico di Cristo. Il primo passo da compiere è ascoltare quindi le Scritture, ma anche «tutti i contributi raccolti in questi tre anni di lavoro, di condivisione, di confronto e di paziente sforzo di purificazione della mente e del cuore».
«Le soluzioni ai problemi da affrontare non le abbiamo noi, ma Lui», il Signore. Egli è l’autentico rifugio del cattolico (Sal 91,4). Questo, però, non deve spingere a pensare che ci vengano evitati tutti gli ostacoli o che ci si possa tranquillamente ritirare nell’intimismo spirituale, ma al contrario «ciascuno, qui, si sentirà libero di esprimersi tanto più spontaneamente e liberamente, quanto più percepirà attorno a sé la presenza di amici che gli vogliono bene e che rispettano, apprezzano e desiderano ascoltare ciò che ha da dire». Solo nella comunione autentica della Chiesa sperimento di essere davvero libero e accompagnato. E’ qualcosa di più profondo del ruolo di “facilitatore”, che pure è presente al Sinodo: significa ricreare attorno a noi l’armonia della prima Pentecoste.
«Ed eccoci così alla terza immagine: il bambino. È Gesù stesso, nel Vangelo, a “metterlo nel mezzo”, a mostrarlo ai discepoli, invitandoli a convertirsi e a farsi piccoli come lui», fortemente ancorato all’esperienza diretta della realtà, senza pretese, preconcetti o schemi ideologici. «Ricordiamoci che è proprio facendosi piccolo che Dio ci “dimostra che cosa sia la vera grandezza, anzi, che cosa voglia dire essere Dio” (Benedetto XVI, Omelia nella Festa del Battesimo del Signore, 11 gennaio 2009). Non a caso Gesù dice che gli angeli dei bambini “vedono sempre la faccia del Padre […] che è nei cieli” (Mt 18,10): che sono, cioè, come un “telescopio” dell’amore del Padre».
Affinché i lavori del Sinodo non sembrino avulsi dalla realtà del mondo in guerra che ci circonda, «per invocare dall’intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica» a cui sono invitati tutti i vescovi presenti a Roma. E «il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo», come richiesto dal patriarca di Gerusalemme. Era già prevista una Giornata mondiale del Rosario in vista del Giubileo 2025, ma il 7 ottobre sarà l’anniversario esatto del pogrom antiebraico che ha innescato l’attuale recrudescenza del conflitto in Terra Santa. La Chiesa, di fronte al protrarsi delle ostilità, sceglie di ricorrere all’arma formidabile della preghiera di intercessione.
Giovedì, 3 ottobre 2024