Riprendo e rilancio con convinzione le parole scritte sul Foglio dal suo direttore, riprese a sua volta da un uomo politico finlandese, oltretutto di sinistra, dal nome impronunciabile di Antti Juhani Rinne.
L’uomo politico, di fronte ai dati demografici relativi al suo paese, scesi per la prima volta sotto la soglia di 1,6 figli per donna (il ricambio generazionale si raggiunge superando i due figli per ogni donna), semplicemente invita le donne di Finlandia a fare più figli.
Il direttore del Foglio riprende la notizia e la trasporta in Italia, dove la situazione è ben peggiore, essendo il numero di figli per donna l’1,34, il che significa che nel nostro paese sono nati centomila bambini in meno di otto anni fa. Ma Claudio Cerasa, il direttore del Foglio, non si limita ai numeri e chiede alle forze politiche di mettere al centro della prossima campagna elettorale questo tema, sostenendo un punto decisivo: i bambini non nascono perché non si vuole, non perché non si può.
Certo, la Francia e le province di Trento e Bolzano, dove ci si avvicina al ricambio generazionale, insegnano che le politiche familiari aiutano a fare crescere le nascite, laddove appunto ci sono aiuti concreti, economici e sociali, alle coppie che vogliono mettere al mondo dei bambini. Tuttavia, il problema centrale è culturale, e quando dico culturale non pensate a noiosissimi libri da leggere o a statistiche incomprensibili, ma a ciò che si annida nel cuore di ogni uomo e che gli fa decidere, o no, di cercare di mettere al mondo dei figli. I soldi, i provvedimenti family friendly aiutano certamente, ma se non siamo noi a desiderare e decidere di trasmettere la vita non succederà nulla.
Alleanza Cattolica dedicherà a questo tema un convegno nazionale a Roma il 27 gennaio del prossimo anno, in vista delle elezioni politiche, invitando i candidati a mettere al centro del loro programma la famiglia e l'”inverno demografico” che grava sulla nostra patria. Ma soprattutto cercherà di attirare e tenere desta l’attenzione su questo tema perché, come ha scritto il direttore del Foglio, soltanto parlandone si può sperare di convincere qualcuno a cambiare l’impostazione della propria vita.
Perché in fondo, aggiungo io, il problema di fondo è questo: decidere se ci sono cose più importanti del nostro benessere consumistico momentaneo e comportarsi di conseguenza. Cercando, appunto, di fare più figli.