di Silvia Scaranari, 15 febbraio 2018
«Ognuno di noi quando va a Messa ha il diritto di ricevere abbondantemente la Parola di Dio ben letta, ben detta e poi, ben spiegata nell’omelia. È un diritto! E quando la Parola di Dio non è ben letta, non è predicata con fervore dal diacono, dal sacerdote o dal vescovo si manca a un diritto dei fedeli. Noi abbiamo il diritto di ascoltare la Parola di Dio. Il Signore parla per tutti […] La sua Parola bussa al cuore e cambia i cuori!». Il Santo Padre prosegue così la catechesi sulla liturgia eucaristica anche il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, insistendo sul valore della Parola di Dio che viene offerta ai fedeli durante la celebrazione. È Dio che parla a ognuno ed è un momento molto importante che dev’essere accompagnato da un’omelia ben fatta del sacerdote o del vescovo.
Se la Parola di Dio è stata ben letta, ben spiegata e ben meditata sgorga spontaneo l’assenso del cuore e delle labbra nella recita del Credo. «C’è un nesso vitale tra ascolto e fede», dice il Papa. «Sono uniti. Questa ‒ la fede ‒, infatti, non nasce da fantasia di menti umane ma, come ricorda san Paolo, “viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo” (Rm 10,17)».
Dopo l’ascolto e la professione della fede, è il momento della Preghiera comune dei fedeli, la voce dell’uomo che si alza verso Dio per presentare a Lui le necessità della Chiesa, degli Stati, dei singoli. «Ricordiamo, infatti, quanto ci ha detto il Signore Gesù: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto” (Gv 15,7)».
È un momento spesso vissuto con indifferenza o con distrazione, ma il Pontefice ricorda che è un momento forte della liturgia perché i fedeli sono uniti assieme e la loro supplica si fa supplica comune. Gesù ha detto che se si chiede con fede si ottiene. Chiedere con il cuore freddo e con la mente distratta non va bene: ci vuole la fede, cioè la certezza che Dio può tutto. «Tutto è possibile per chi crede», ha detto il Signore (cfr. Mc 9, 23). Se la fede è fragile, si può prima di tutto chiedere aiuto per rafforzarla e, come consiglia il Santo Padre, dire: «Signore, io credo. Ma aiuta la mia poca fede».
Spesso la poca fede deriva dalla grande disattenzione e dalla freddezza con cui viviamo la vita interiore. Lo stesso mercoledì, celebrando la santa Messa delle Ceneri, il Papa ha continuato il dialogo con i fedeli, invitando a vivere con serietà questo Tempo Santo che ci è donato.
Il tempo di Quaresima è un tempo importante per rivedere la propria vita. Il cristiano è una persona piena di speranza, proiettata verso il futuro, non avvolta su se stessa o girata verso il passato. Si deve guardare al presente e al futuro con gli occhi di Dio per trasformare mente e cuore. Si è immersi nel mondo e costantemente sottoposti alle seduzioni della sfiducia. Il dolore, l’incertezza del futuro e le difficoltà del presente fanno cadere l’uomo in uno stato di pessimismo permanente. Ma il cristiano non può essere pessimista: Gesù ha vinto il mondo e quindi ha vinto anche la sfiducia e la tristezza; ha riempito l’Universo con il canto dell’Alleluja pasquale a cui ognuno è chiamato. Quindi la Quaresima (ha sottolineato nell’omelia della Messa) è «[…] tempo prezioso per smascherare queste e altre tentazioni e lasciare che il nostro cuore torni a battere secondo il palpito del cuore di Gesù».
Papa Francesco propone così tre “parole chiave” per vivere il tempo quaresimale: fermati, guarda e ritorna.
«Fermati un poco, lascia questa agitazione e questo correre senza senso che riempie l’anima dell’amarezza di sentire che non si arriva mai da nessuna parte. Fermati, lascia questo obbligo di vivere in modo accelerato, che disperde, divide e finisce per distruggere il tempo della famiglia, il tempo dell’amicizia, il tempo dei figli, il tempo dei nonni, il tempo della gratuità… il tempo di Dio.
Fermati un poco davanti alla necessità di apparire ed essere visto da tutti, di stare continuamente “in vetrina”, che fa dimenticare il valore dell’intimità e del raccoglimento.
Fermati un poco davanti allo sguardo altero, al commento fugace e sprezzante che nasce dall’aver dimenticato la tenerezza, la pietà e il rispetto per l’incontro con gli altri, specialmente quelli vulnerabili, feriti e anche immersi nel peccato e nell’errore.
Fermati un poco davanti alla compulsione di voler controllare tutto, sapere tutto, devastare tutto, che nasce dall’aver dimenticato la gratitudine per il dono della vita e per tanto bene ricevuto […].
Guarda. Guarda i segni che impediscono di spegnere la carità, che mantengono viva la fiamma della fede e della speranza. […]
Guarda il volto delle nostre famiglie che continuano a scommettere giorno per giorno, con grande sforzo per andare avanti nella vita e, tra tante carenze e strettezze, non tralasciano alcun tentativo per fare della loro casa una scuola di amore.
Guarda i volti, che ci interpellano, i volti dei nostri bambini e giovani carichi di futuro e di speranza, carichi di domani e di potenzialità che esigono dedizione e protezione. […]
Guarda i volti dei nostri malati […] [che] ricordano il valore di ogni persona non può mai essere ridotto a una questione di calcolo o di utilità.
Guarda i volti pentiti di tanti che cercano di rimediare ai propri errori e sbagli e, a partire dalle loro miserie e dai loro dolori, lottano per trasformare le situazioni e andare avanti.
Guarda e contempla il volto dell’Amore Crocifisso, che oggi dalla croce continua a essere portatore di speranza; mano tesa per coloro che si sentono crocifissi, che sperimentano nella propria vita il peso dei fallimenti, dei disinganni e delle delusioni […]
Fermati, guarda e ritorna. Ritorna alla casa di tuo Padre. Ritorna senza paura alle braccia desiderose e protese di tuo Padre ricco di misericordia che ti aspetta (cfr Ef 2,4)!
Ritorna! Senza paura: questo è il tempo opportuno per tornare a casa, alla casa del “Padre mio e Padre vostro” (cfr Gv 20,17). Questo è il tempo per lasciarsi toccare il cuore… Rimanere nella via del male è solo fonte di illusione e di tristezza. La vera vita è qualcosa di molto diverso, e il nostro cuore lo sa bene. Dio non si stanca né si stancherà di tendere la mano (cfr Bolla Misericordiae Vultus, 19).
Ritorna senza paura a sperimentare la tenerezza risanatrice e riconciliatrice di Dio! Lascia che il Signore guarisca le ferite del peccato e compia la profezia fatta ai nostri padri: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (Ez 36,26).
Fermati, guarda, ritorna!»