Il Battesimo è la Pasqua di Cristo che entra in noi, purificandoci e donandoci la vita di grazia. Per questo è importante commemorarlo nell’anniversario e, quotidianamente, con il segno di croce
di Michele Brambilla
Come spiega Papa Francesco ai fedeli dell’Angelus del 7 gennaio, «oggi celebriamo il Battesimo del Signore (cfr Mc 1,7-11). Esso avviene presso il fiume Giordano, dove Giovanni – detto per questo “Battista” – compie un rito di purificazione, che esprime l’impegno a lasciare il peccato e a convertirsi». Il Santo Padre evidenzia che «il popolo va a farsi battezzare con umiltà, con sincerità e, come dice la Liturgia, “con l’anima e i piedi nudi”, e anche Gesù ci va, inaugurando il suo ministero: mostra così di voler stare vicino ai peccatori, di essere venuto per loro, per noi tutti che siamo peccatori».
«Tutto questo, se da una parte ci rivela che Gesù è il Figlio di Dio», prosegue il Papa, «dall’altra ci parla del nostro Battesimo, che ci ha resi a nostra volta figli di Dio, perché il Battesimo ci fa figli di Dio». Si tratta di una riflessione molto importante, perché «il Battesimo è Dio che viene in noi, purifica, guarisce il nostro cuore, ci fa suoi figli per sempre, suo popolo, sua famiglia, eredi del Paradiso (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1279). E Dio diviene intimo a noi e non se ne va più. Per questo è importante ricordare il giorno del Battesimo e anche conoscerne la data», come più volte richiesto agli stessi fedeli.
«Ringraziamo il Signore per il Battesimo. E anche, ringraziamolo per i genitori che ci hanno portato al fonte, per chi ci ha amministrato il Sacramento, per il padrino, per la madrina, per la comunità in cui lo abbiamo ricevuto», perché nella Chiesa non si è mai “battitori liberi” e veniamo tutti da una storia familiare, sociale, parrocchiale concreta.
«E ora, in memoria del nostro Battesimo, accogliamo la presenza di Dio in noi» con un gesto semplicissimo, «il segno della croce, che traccia in noi il ricordo della grazia di Dio, il quale ci ama e desidera stare con noi» tutti i giorni della nostra vita.
«Oggi le comunità ecclesiali dell’Oriente che seguono il Calendario Giuliano celebrano il Santo Natale. In spirito di gioiosa fraternità auguro che la nascita del Signore Gesù le ricolmi di luce, di carità e di pace», specialmente in questi tempi in cui molte sono divise dal conflitto in Ucraina.
Il Pontefice menziona anche la guerra in Terra Santa assieme ad altre due crisi meno conosciute. Per esempio, «vi invito ad unirvi alla mia preghiera per la liberazione, senza condizioni, di tutte le persone attualmente sequestrate in Colombia». Inoltre, «sono molto vicino alle popolazioni della Repubblica Democratica del Congo colpite nei giorni scorsi da inondazioni».
Lunedì, 8 gennaio 2024