Dall’inviato a Fiuggi di Avvenire del 15/09/2019. Foto redazionale.
In una società che invecchia, malata di denatalità, la risposta alla malattia grave non può essere l’accompagnamento legalizzato verso la parola ‘fine’. La tentazione è forte, la scorciatoia che sembra suggerita anche dalle ristrettezze di bilancio, è quella di legalizzare il suicidio assistito. A pochi giorni dall’udienza della Corte Costituzionale, già convocata il 24 settembre, che potrebbe dare il via libera, l’Udc fa un appello alla «responsabilità» delle forze politiche e dell’associazionismo perché il Parlamento non venga esautorato. Dopo il convegno di mercoledì alla sala congressi della Cei, con l’appello del cardinale Gualtiero Bassetti, ormai è chiaro che l’ultima chance si giocherà martedì, alla conferenza dei capigruppo del Senato, che potrebbe portare alla calendarizzazione della discussione da parte della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che – fra l’altro – ha mostrato sensibilità per l’argomento inviando un articolato saluto al convegno delle associazioni cattoliche. Ne è scaturita una mozione congiunta: la strada è quella di prevedere un’attenuante per il suicidio assistito degli stretti in congiunti, in taluni casi, con la previsione di un potenziamento delle cure palliative.«Ma – dice ora il senatore Maurizio Gasparri, di Fi – meglio persino una pessima legge, ma decisa dal Parlamento, che una decisione d’imperio della Consulta, perché la prima sarebbe modificabile, la seconda sarebbe vincolante anche per le prossime legislature ». Dunque, è lo stato dell’arte che emerge all’incontro promosso dalla senatrice Paola Binetti alla festa di Fiuggi dell’Udc, l’auspicio ora è che possa emergere una convergenza di tutti i gruppi, nel chiedere di mettere in discussione l’argomento a Palazzo Madama, aggiungendo una richiesta di proroga alla Consulta, quei «tempi supplementari » auspicati anche da Bassetti. Continua, anche da Fiuggi, ilpressing delle associazioni. «Per tutti è arrivato il momento di decidere da che parte stare», dice il presidente degli psichiatri cattolici Tonino Cantelmi, nel commentare indignato un filmato di propaganda dell’eutanasia in circolazione da qualche giorno. «La verità è indisponibile», ricorda Marco Invernizi di Alleanza cattolica, che fa riferimento alla ben nota tecnica dei «casi pietosi» usata ancora una volta per scardinare un principio di carattere generale. «A questa tecnica di pochi casi limite dobbiamo opporre comunicativamente la ‘pietas’ normale delle nostre famiglie che non lasciano soli i propri congiunti», propone Renato Veneruso del centro studi Livatino.«No a una visione assolutistica della libertà. Certi valori vanno sottratti alla contrattazione politica», concorda Emilio Persichetti dell’Unione giuristi cattolici, esponente anche dell’associazione ‘Politica Insieme’. Un lavoro di ponte – fra associazionismo e politica – portato avanti dall’osservatorio ‘Vera lex?’ presieduto da Domenico Menorello che un primo frutto l’ha già prodotto: una rinnovata capacità dei cattolici di parlare a una voce sola, come sentinella del bene comune, quando c’è in ballo il valore stesso della vita: «Un impegno che in ogni caso continua, anche dopo il 25 settembre», assicura Menorello.