La situazione del Nicaragua dopo la proclamazione dello stato di emergenza, nel mese di ottobre del 1985, vista dall’interno del paese e dal Messico.
Alla luce di due autorevoli testimonianze
«Flash» sull’America Centrale
Con la proclamazione dello stato di emergenza, nel mese di ottobre del 1985, i marxisti-leninisti al potere a Managua – che si autodefiniscono «sandinisti» – hanno compiuto un ulteriore passo verso la omologazione del Nicaragua agli altri paesi sottoposti a regime di «socialismo reale». Si tratta di una evoluzione facilmente prevedibile da parte di chiunque avesse qualche nozione relativa alla dottrina e alla pratica dei comunisti, nonché alla loro storia, e per chi ricordasse quanto accaduto di recente nel paese centroamericano dopo la presa del potere, il 19 luglio 1979, ad opera dei colonnelli marxisti-leninisti guidati da Daniel Ortega. Lo stato di emergenza, infatti, era già stato proclamato nel 1982, il 15 marzo, con tutte le sue conseguenze: sospensione delle libertà di riunione e di stampa, autorizzazione ad arresti senza processo, limitazioni del diritto di sciopero, e così via. Nel luglio del 1984, a tre mesi da una tornata di elezioni-farsa, nel quadro di una campagna tesa a renderle in qualche modo credibili, lo stato d’assedio era stato temporaneamente sospeso.
Sulla evoluzione della crisi in Nicaragua Cristianità presenta in esclusiva la testimonianza eccezionale della massima autorità ecclesiastica nicaraguense, il cardinale Miguel Obando Bravo, arcivescovo di Managua, raccolta dal professor Salvatore Napoli, presidente. del Comitato per i Diritti Umani in Centro America, di Torino – a cui aderisce anche Alleanza Cattolica -, in due tempi: prima nel corso di un colloquio personale con il presule, quindi attraverso una serie di domande trasmesse telefonicamente tramite mons. Bismarck Carballo, vicario generale di Managua, che ha comunicato le risposte sempre telefonicamente. Nel leggere quest’ultima parte dell’intervista, relativa allo stato d’emergenza, si deve evidentemente tenere conto del fatto che tutte le linee telefoniche internazionali con il Nicaragua sono sottoposte a rigoroso controllo.
La seconda testimonianza – che estende l’attenzione dal Nicaragua al Messico – è fornita da un attento osservatore della politica centroamericana, Federico Müggenburg, direttore del Centro de Estudios Sociales del Consejo Coordinador Emprensarial, organismo che riunisce gli imprenditori del Messico, e incaricato per gli affari esteri del Movimiento Cristianismo Si. In questa veste è stato invitato a tenere una serie di conferenze al clero e ai fedeli nicaraguensi dai cardinale Obando Bravo.