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17

24 Maggio 2018 - Autore: Alleanza Cattolica

Frammento 17

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È inopportuno e improprio che la società umana si ordini secondo la legge naturale, riflesso di quella eterna e modello di quella positiva? Se non si hanno dubbi sulla esistenza di una natura e di un ordine divino, dov’è l’errore nel dedurre dal decalogo – parte della fede cristiana – gli elementi per restaurare la vita sociale, dal momento che non si tratta di mistero, ma di rivelazione di necessità morale, e che il pervenire ai suoi precetti non è impossibile alla retta ragione, anche se reso tanto difficile dal peccato originale da necessitare del richiamo divino?

Quando, se non in pratiche liminali, mai teorizzate, e sempre censurate, si è proposta la coazione al mistero? Ma è illecita la difesa del razionale e la sua promozione anche sociale? E’ un mistero che Dio c’è? che si deve coglierne la volontà? E’ un mistero la famiglia monogamica e indissolubile? e la gerarchia sociale? Sono un mistero il rispetto della vita innocente o il fine dell’atto sessuale? E’ un mistero il rispetto dei beni altrui? della fama altrui, della donna d’altri?

Se tutto questo non è mistero, ma legge di natura, non si può pretenderne il rispetto da parte della società, cioè dai nostri conviventi? O il pretenderlo è integrismo, perché si tratta di materia ricordata da Dio nel decalogo, e quindi parte della fede in senso lato?

E se la pratica della legge di natura è difficile – e ordinariamente perfino impossibile -, è integrismo ricordare il peccato originale, la redenzione e la grazia, la Chiesa e i sacramenti, e favorire il loro riconoscimento anche sociale? Oppure bisogna astenersene, per non correre rischio di “far divenire confessionale la società”?

E se il riconoscimento sociale della verità, non solo naturale ma anche rivelata in senso stretto, ha prove anche storiche del suo carattere benefico, per la salvezza degli uomini e la gloria di Dio, come non essere propagandisti di tale riconoscimento e promotori della conversione della società?

 

L’anti-integrismo come “dis-integrazione” della fede. Il contributo de “La Civiltà Cattolica” al “compromesso culturale”, in Cristianità. Organo Ufficiale di Alleanza Cattolica, anno VI, n. 37, Piacenza maggio 1978, pp. 10-11. La citazione nel testo, «far divenire confessionale la società» è tratta da Bartolomeo Sorge SJ e Giuseppe de Rosa SJ, Fede cristiana ed integrismo, in La Civiltà Cattolica, anno 129, n. 3064, 18-2-1978, p. 321.

 

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