Frammento 50
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«L’antica storia del Samaritano ‒ afferma il Pontefice [san Paolo VI, 1963-1978] ‒ è stata il paradigma della spiritualità del Concilio» (1).
Dunque, secondo l’interpretazione autorevolmente proposta, nel piano di Dio e nella lettura autentica del Suo Vicario il Concilio Ecumenico Vaticano II [1962-1965] non è stato un inginocchiarsi della Chiesa davanti al mondo moderno, ma il piegarsi, persino l’inginocchiarsi della Chiesa – questo sì – al capezzale di un mondo morente per accompagnarne l’agonia, a esso però sopravvivendo per continuare la propria missione.
NOTE
(1) Papa san Paolo VI (1963-1978), Allocuzione nell’ultima sessione pubblica del Concilio Ecumenico Vaticano II, del 7-12-1965, in Insegnamenti di Paolo VI, vol. III, pp. 725-732 (p. 729).
In questo estratto la numerazione (1) della nota nel corpo del testo costituisce adeguamento redazionale della nota a piè di pagina originariamente numerata (25) nel corpo del testo così come adeguamento redazionale sono gl’inserti nel corpo del testo posti fra parentesi quadre.
«Cum Petro», «Sub Petro», verso la civiltà cristiana nel terzo millennio, in Cristianità. Organo ufficiale di Alleanza Cattolica, anno XVIII, n. 300, Piacenza luglio-agosto 2000, p. 3, ora in Giovanni Cantoni, Per una civiltà cristiana nel terzo millennio. La coscienza della Magna Europa e il quinto viaggio di Colombo, Sugarco, Milano 2008, p. 30, ora in Giovanni Cantoni, Per una civiltà cristiana nel terzo millennio. La coscienza della Magna Europa e il quinto viaggio di Colombo, Sugarco, Milano 2008, p. 58.