Le elezioni politiche si avvicinano e aumenta il numero delle persone che chiedono un consiglio sull’opportunità o meno di andare a votare e su chi eventualmente votare.
Viviamo il cambiamento di un’epoca come ha detto Papa Francesco, che è qualcosa di più e di diverso da un’epoca di cambiamenti, e la fine di una civiltà è sempre contrassegnata dallo sgretolarsi delle relazioni fra gli uomini. I legami si rompono con una facilità estrema, quelli matrimoniali come quelli fondati sull’amicizia, e sembra che litigare sia diventato un obbligo sociale.
La politica, che è già divisiva di suo, sta esasperando questi atteggiamenti.
Personalmente credo che gli eventi politici più importanti degli ultimi anni siano stati i due Family Day del giugno 2015 e del gennaio 2016, quando centinaia di migliaia di persone e famiglie sono scese in piazza a Roma per affermare la bellezza della famiglia e per difenderla dalla legge iniqua sulle unioni civili, oltre che dalla diffusione dell’ideologia gender.
Anche il Family Day ha conosciuto la divisione, operata da coloro che hanno voluto trasformarlo in un partito, nei giorni successivi al secondo Family Day del 30 gennaio 2016. È giusto ricordare che il Family Day aveva riunito tante energie ed esperienze diverse per seminare nel corpo sociale una cultura profamily, non per essere trasformato in un partito politico, ma per “contaminare”, come disse Massimo Gandolfini, tutti gli ambienti possibili, anche gli stessi partiti che invece diventerebbero concorrenti se il Family Day venisse percepito come un partito. Bisogna anche ricordare la legge elettorale, che rende inutili i voti a quei partiti che non raggiungono il 3% dei consensi.
Se siamo convinti che i cattolici sono una minoranza nel Paese e che di conseguenza devono cercare di penetrare in tutti gli ambienti, poi dobbiamo tirarne le conseguenze anche nel campo della politica.
Dopo il secondo Family Day, il comitato organizzatore si è costituito in un organismo stabile (Cdnf, Comitato Difendiamo i Nostri Figli) che ha continuato a svolgere il compito culturale per cui era nato, ma anche fornendo un contributo importante perché non passasse la riforma costituzionale centralista del dicembre 2016 e portando un apporto importante nella elezione di sindaci amici della famiglia in alcune città, come Verona, Genova e Piacenza, in occasione delle elezioni amministrative della primavera 2017.
Questo compito continua adesso di fronte alle elezioni politiche. Esse non sono decisive per la salvezza del mondo, ma potranno portare in Parlamento un certo numero di candidati che si sono dimostrati difensori della famiglia nella passata legislatura o che hanno condiviso le battaglie del Cdnf durante gli anni scorsi. Saranno chiamati ad agire in Parlamento come sentinelle che ci avviseranno dei possibili attentati legislativi alla famiglia e alla vita. Saranno pochi purtroppo, ma questa è la realtà del nostro Paese. Per migliorarla bisogna prima conoscerla.
Tutti i partiti sono stati contattati dal Family Day, ma non tutti hanno risposto, così come non tutti i partiti erano presenti sotto il palco delle due manifestazioni. Soltanto i quattro partiti che costituiscono la coalizione del centrodestra hanno parzialmente accettato il dialogo con il Family Day e nelle loro liste elettorali si possono trovare candidati veramente amici della famiglia che abbiano una concreta possibilità di essere eletti. Al contrario, le altre due forze politiche che hanno la concreta possibilità di governare l’Italia, ossia il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle, hanno sempre pubblicamente dimostrato la loro avversione ai principi che hanno animato i Family day.
Questa è la situazione reale. Poi verrà il giorno successivo al 4 marzo, quando finalmente termineranno le fibrillazioni un po’ artificiali prodotte da una certa politica e si potrà riprendere il cammino originario verso una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio.
Alleanza Cattolica, che svolge un apostolato culturale soprattutto diffondendo la dottrina sociale della Chiesa, ha sempre indicato le proprie preferenze di voto in occasione delle tornate elettorali, senza chiedere nulla ma cercando sempre di indicare il miglior bene possibile in una determinata situazione storica. In questa occasione, la novità storica è rappresentata dalla costituzione di questo movimento politico non partitico sorto dopo i due Family day, al quale Alleanza Cattolica ha dato fin dall’inizio il proprio contributo e la massima disponibilità. Perché questo nuovo movimento possa operare nella società per fermarne la deriva relativista e per avviare processi di ricostruzione delle relazioni, soprattutto familiari, a partire in particolare dai comuni piccoli e grandi, è necessario che la politica nazionale non sia guidata da forze ideologicamente pericolose, come quelle che hanno sostenuto le recenti leggi contro vita e famiglia. Il miglior governo è quello che meno ostacola la vita e le relazioni buone della società. Questo governo ci pare di dovere augurare al nostro bel Paese.