Da asianews.it del 22/05/2020. Foto da articolo
L’Assemblea nazionale del popolo, che ha aperto oggi la propria sessione annuale, stilerà una legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong. Da quasi un anno la regione a statuto speciale è scossa da manifestazioni pro-democrazia, che il regime di Pechino condanna come sovversive. La Borsa di Hong Kong ha risposto alla notizia con una perdita del 5,6%, la caduta maggiore negli ultimi cinque anni. Anche la Commissione diocesana di Giustizia e pace si espressa criticando la nuova legge. Di seguito le reazioni all’annuncio del provvedimento.
Lee Cheuk-yan, sindacalista ed ex membro del Legco (il Parlamento di Hong Kong)
È la completa distruzione dell’autonomia di Hong Kong. Con la nuova legge, il Partito comunista cinese può creare un Ufficio locale per la sicurezza nazionale: segno che vuole assumere il pieno controllo degli affari cittadini.
Dennis Kwok, parlamentare filo democratico
Pechino sta uccidendo Hong Kong e usa il pretesto della lotta alla pandemia per impedire alle persone di protestare: per la città, è il giorno più triste dal suo ritorno sotto la sovranità cinese nel 1997.
Tanya Chan, esponente del Partito civico e portavoce del fronte pan-democratico
Oggi è il giorno più triste nella storia della città. I diritti e le libertà di cui godiamo a Hong Kong rappresentano un problema per il governo cinese, per questo pensa di eliminarli. Se Pechino schiererà propri addetti alla sicurezza nazionale, attivisti democratici e anti-governativi potrebbero essere fermati e portati in Cina.
Helena Wong, deputata del Partito democratico
La legge indebolisce l’esecutivo cittadino, dato che esso non sarà in grado di regolare l’operato delle Forze di sicurezza inviate da Pechino.
Jacky Hung, membro della Commissione Giustizia e pace della diocesi di Hong Kong
Siamo preoccupati del fatto che il provvedimento potrà essere usato per sopprimere la libertà religiosa: Hong Kong dovrebbe dotarsi del suffragio universale prima di adottare leggi sulla sicurezza nazionale.
Joshua Wong, attivista pro-democrazia
La Cina vuole prendersi tutto a Hong Kong, e annientare ogni legame della città con la comunità internazionale. Ma Demosisto (il partito indipendentista che Wong ha fondato nel 2016 con altri studenti) continuerà a lottare per l’approvazione dell’Hong Kong Human Rights and Democracy Act, anche se ciò potrebbe portare alla nostra incriminazione e annientamento.
Johannes Chan, docente di diritto all’università di Hong Kong
È la fine del principio “un Paese, due sistemi”, su cui si basa l’autonomia di Hong Kong rispetto alla Cina. Significa che ogni legge che vige in territorio cinese è applicabile anche alla città, i cui tribunali giudicano ancora secondo la Common law di tradizione anglosassone. C’è persino il rischio che cittadini di Hong Kong, accusati di attentato alla sicurezza nazionale, siano processati da un tribunale militare cinese.
Chris Patten, ultimo governatore britannico di Hong Kong
Questo è scandaloso, un attacco all’autonomia di Hong Kong. La legge sulla sicurezza viola la Dichiarazione sino-britannica del 1985, che ha regolato il passaggio della città dal controllo di Londra a quello di Pechino, e che obbliga i cinesi a rispettare i diritti e le libertà democratiche degli hongkonghesi fino al 2047. Il governo inglese e quello statunitense dovrebbero protestare con la Cina.
New People’s Party, formazione politica pro-Pechino
Hong Kong si è riunita con la madrepatria 23 anni fa. È nostro dovere costituzionale assicurare l’integrità territoriale e proteggere gli interessi del Paese. La città ha bisogno di una legge per contrastare i terroristi e i separatisti che hanno minacciato nell’ultimo anno la Cina e l’amministrazione autonoma di Hong Kong. La legge sulla sicurezza nazionale perfezionerà lo schema “un Paese, due sistemi”.