di Michele Brambilla
L’11 febbraio ricorre sia la VI domenica del Tempo ordinario sia la Giornata mondiale del malato, in quanto «memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes». All’Angelus, Papa Francesco considera la circostanza particolarmente felice alla luce delle pagine dell’evangelista san Marco che si stanno commentando in queste domeniche: «[…] il Vangelo, secondo il racconto di Marco, ci presenta Gesù che guarisce i malati di ogni tipo». Il Pontefice le affronta «[…] con lo sguardo del cuore rivolto alla grotta di Massabielle», la località nel comune di Lourdes in cui Maria apparve nel 1858, aggiungendo: «[…] contempliamo Gesù come vero medico dei corpi e delle anime, che Dio Padre ha mandato nel mondo per guarire l’umanità, segnata dal peccato e dalle sue conseguenze».
Il brano di Mc 1, 40-45 al centro della liturgia del giorno descrive infatti la guarigione di un lebbroso, il quale non ascolta, però, il monito a mantenere il miracolo segreto e ne diffonde la notizia, tanto che, si dice nel versetto conclusivo, «Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte» (Mc 1, 45).
La lebbra «[…] nell’Antico Testamento veniva considerata una grave impurità e comportava la separazione del lebbroso dalla comunità». I lebbrosi «vivevano da soli», rivestiti di stracci e, se qualcuno si avvicinava loro, avevano l’obbligo di avvertirlo suonando un campanello legato a un bastone, affinché si allontanasse subito e non si contaminasse. Cristo, però, “rompe gli schemi”, «[…] sente compassione (cfr v. 41). È molto importante fissare l’attenzione su questa risonanza interiore di Gesù, come abbiamo fatto a lungo durante il Giubileo della Misericordia. Non si capisce l’opera di Cristo, non si capisce Cristo stesso, se non si entra nel suo cuore pieno di compassione e di misericordia».
Non c’è infatti nulla al di fuori dell’uomo che lo contamini. Come afferma Mc 7,15 «non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro», enumerando tra di esse «fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza» (Mc 7, 21-22).
Se sono i peccati e non una qualche malattia a macchiare gli uomini, il Papa ripete l’esortazione a entrare nei confessionali. Del resto siamo alla vigilia della Quaresima (il 14 febbraio sarà Mercoledì delle Ceneri), quando la Chiesa intensifica l’invito a incontrare la misericordia del Signore per emendare la propria vita. «E ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione con cuore pentito», dice il Santo Padre «il Signore ripete anche a noi: “Lo voglio, sii purificato!”. Quanta gioia c’è in questo!». Quindi, per intercessione «[…] della Vergine Maria, nostra Madre Immacolata, chiediamo al Signore, che ha portato agli ammalati la salute, di sanare anche le nostre ferite interiori con la sua infinita misericordia, per ridonarci così la speranza e la pace del cuore».