Storia e significato del capolavoro di Albrecht Durer “Ritrovamento di Gesù fra i dottori del Tempio”
di Mario Vitali
“Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini». (Luca 2,41-52).
«Il ritrovamento di Gesù nel Tempio è il solo avvenimento che rompe il silenzio dei Vangeli sugli anni nascosti di Gesù. Gesù vi lascia intravvedere il mistero della sua totale consacrazione a una missione che deriva dalla sua filiazione divina: “Non sapete che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”» (CCC, 534).
Una delle opere più interessanti che presentano il brano del vangelo di Luca fu realizzata nel 1506 dal pittore tedesco Albrecht Dürer (1471-1528) durante il suo secondo soggiorno a Venezia, e venne eseguito a tempo di record, come si può evincere dal segnalibro che sporge dal tomo nelle mani della figura in basso a sinistra “Opus Quinque Dierum” (Fatto in cinque giorni), mentre lavorava alla pala della Festa del Rosario.
Due sono gli aspetti essenziali del capolavoro del pittore tedesco: il contrasto fra il viso sublime del giovane Gesù e i volti orribili, vecchi e corrotti dei dottori del tempio e il gioco delle mani al centro del dipinto.
La scena si svolge nel Tempio di Gerusalemme, dove compaiono al centro della scena, Gesù dodicenne, il cui volto appare triste ma sereno mentre enuncia con calma la verità, come un maestro che spiega agli allievi che rimangono stupiti dalla sua conoscenza. In modo del tutto inconsueto ma efficace, Albrecht Dürer ha concentrato la scena solo sull’immagine molto ravvicinata dei personaggi dell’episodio evangelico, ridotti a sette, rinunciando a qualunque particolare ambientale. La cronaca del brano di Luca lascia così il posto ad un serrato e inquietante dibattito.
I sei dottori accerchiano Gesù, rappresentato come un bel ragazzo, con i capelli fluenti e dal viso florido e colorito, mentre disputano con Lui. Le loro figure sembrano fluttuare senza riferimenti spaziali precisi mentre le loro fisionomie sono rappresentate da immagini di vecchi sapienti che dimostrano stupore, meraviglia e perplessità talvolta venate da un livore maligno o da atteggiamenti indagatori, con il ricorso a pesanti tomi, aperti quasi con arroganza, nel tentativo di dimostrare i propri assiomi. Il personaggio a destra di Gesù è una vera e propria caricatura che fa risaltare il contrasto fra bellezza e bruttezza, fra innocenza e corruzione.
La scelta dell’autore di porgli esattamente a fianco e alla stessa altezza un dottore particolarmente brutto è forse ispirato dall’affermazione di Leonardo da Vinci (1452 – 1519) che aveva scritto: “Il brutto afferma ancor più la bellezza a lui vicina.”
In basso a sinistra, uno dei dottori con attaccato sul berretto un cartellino con i versetti della Bibbia, scritti in ebraico e portati sulla fronte indicano la stretta osservanza giudaica, come usavano fare i farisei.
Il centro del dipinto è occupato dal vortice di mani che danno vivacità alla discussione e che sembrano trasferire la disputa dalla voce al gesto. Il personaggio mostruoso ha mani con dita nodose, rappresentate in una postura che manifesta nervosismo e confusione, che arrivano quasi a toccare, come in una sfida, quelle di Gesù, le cui mani esprimono, invece, fermezza e solidità. Spesso, nelle opere medievali e rinascimentali, non è il volto ad esprimere i moti dell’anima dei personaggi, tale compito è affidato alle mani. E’ la “mano parlante” che può assumere tante forme: il gesto davanti a cui ci si trova esprime la forza argomentativa dei personaggi.
Nella composizione pittorica le figure sono accalcate e senza una vera prospettiva, sono sette i volti rappresentati, ma l’unico che attira lo sguardo dello spettatore è quello di Gesù, alludendo così al Salmo 26,8: “Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»; il tuo volto, Signore, io cerco.”
*Immagine in evidenza: Albrecht Durer – Ritrovamento di Gesù fra i dottori del Tempio – Madrid – Museo Thyssen-Bornemisza
Sabato, 9 dicembre 2023