Da Il Nuovo Giornale del 23/01/2020.
Agli inizi del cristianesimo la fede viaggiava lungo le strade dell’impero romano con i soldati e i commercianti. Erano loro a portare il Vangelo nei contatti quotidiani. Così è stato, quasi duemila anni dopo, per il piacentino Giovanni Cantoni, classe 1938, rappresentante di prodotti di carta, che dagli anni ’60 in poi ha girato in lungo e in largo l’Italia per lavoro accompagnato da una domanda: ma se davvero Dio c’è, che conseguenza ha tutto ciò per la mia vita e per l’intera società? Il rischio, per lui, era di avere cristiani che vanno a messa la domenica, ma che poi nella vita quotidiana non hanno il Vangelo come punto di riferimento.
Sembrerà strano, ma il condividere con chi incontrava questo interrogativo, ha fatto nascere a poco a poco una sintonia e un’amicizia con tante persone. Così ha preso le mosse la realtà di Alleanza Cattolica, che ha assunto dimensioni nazionali e internazionali, guidata prima dal direttorio del ‘77 e poi dallo statuto del ‘98. Nel 2012 è stata approvata dal vescovo mons. Gianni Ambrosio come associazione privata di fedeli.
Giovanni Cantoni è morto a 81 anni. I funerali si sono celebrati alla presenza del vescovo mons. Gianni Ambrosio nella basilica di S. Antonino il 20 gennaio.
Il matrimonio nel 1965
Il padre Ugo era geometra, la mamma Gemma Bubba apparteneva alla famiglia dell’omonima azienda produttrice di trattori. Giovanni inizia l’università ma senza laurearsi ed entra nel mondo del lavoro. Nel ’65, il matrimonio con Sabina Rinaldi, insegnante di lettere alle medie Faustini. Dal loro matrimonio nascono quattro figli: Ugo, Lorenzo, Gemma e Ignazio. I nipoti oggi sono 19 più uno in arrivo.
I primi passi
Forse è stata proprio la vicinanza della moglie – suggerisce il figlio Ignazio – a riavvicinarlo alla fede. Legge tantissimo, la domanda di fondo della sua vita lo accompagna sempre. Traduce opere dal francese e dal portoghese. S’interroga, vuole capire. Accompagnato dalla guida del gesuita Florido Giantulli, grande studioso della massoneria, il primo passo che compie è nel 1960 alla vigilia del centenario dell’unità d’Italia. Insieme allo storico piacentino Carlo Emanuele Manfredi raccoglie alcuni scritti del gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio (1793-1862), usciti come editoriali su “La Civiltà Cattolica, pubblicandoli con il titolo “La libertà tirannia. Saggi sul liberalismo risorgimentale” con le Edizioni di Restaurazione Spirituale, da lui stesso promosse. Il contenuto è chiaro: una libertà che diventa licenza – “posso fare tutto ciò che voglio”- si trasforma in tirannia, quella che Benedetto XVI chiamerà “dittatura del relativismo”. Non c’è più, cioè, un criterio morale che dirige le azioni degli uomini. Non si contestava il cammino verso l’unità d’Italia, ma la volontà laicista di estirpare dagli italiani la cultura cattolica che li aveva accompagnati per secoli.
La Contro-Rivoluzione
Fra i diversi autori di cui si occupa, la sua attenzione si concentra sul brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira, di cui nel ’72 con la casa editrice Cristianità, da lui fondata, pubblica “Rivoluzione e Contro-Rivoluzione”. Diventerà il testo-base di Alleanza Cattolica. Vi si ripercorre in sintesi la storia degli ultimi secoli analizzando gli avvenimenti alla luce del pensiero cattolico.
Cantoni – prosegue Ignazio – individua quattro fasi nella storia che condizionano in modo negativo il rapporto dell’uomo con se stesso, con Dio, con gli altri e con le cose. In primo luogo – è
la lettura di Cantoni – il ‘400 e il ‘500 con il protestantesimo e il rinascimento fanno dell’uomo l’ultima e unica istanza di verità; segue la rivoluzione francese con l’estromissione di ogni riferimento religioso dalla vita pubblica, poi il socialcomunismo che snatura il rapporto con le cose, ed infine il ’68, che incrina il rapporto dell’uomo con se stesso. Senza più criteri morali, l’uomo non sa più chi è (identità sessuale) e diventa vittima della droga; in sostanza, si suicida, come accade con l’aborto.
Un Medioevo luminoso
Lo studioso piacentino vuole sfatare quella che lui chiama “Leggenda nera”, che cioè nella civiltà cristiana romano-germanica siano stati commessi solo degli abusi. In realtà, la scienza che avrà con Galileo la sua consacrazione affonda le sue radici nel Medioevo, in quella fiducia nella ragione di cui Tommaso d’Aquino si fece strenuo difensore.
Da queste convinzioni nasce per Cantoni e per il drappello che man mano si forma attorno a lui – da Alfredo Mantovano, presidente per l’Italia di “Aiuto alla Chiesa che soffre” al giurista Mauro Ronco, da Massimo Introvigne a Marco Invernizzi, attuale reggente dell’associazione – un impegno culturale (è questa la “Contro-Rivoluzione”) per valorizzare la Dottrina sociale della Chiesa e il valore antropologico del Vangelo. L’uomo diventa tale se non fa a meno di Dio.
Organizzano incontri con dissidenti dei diversi regimi comunisti che sorgono qua e là nel mondo, dall’Albania al Vietnam. Dopo il crollo del muro di Berlino, non viene meno la battaglia culturale di Alleanza Cattolica che oggi, fra gli altri, collabora con il Comitato del Family Day.
Fra le tante critiche che riceve Cantoni, c’è quella di essere un uomo schierato a destra. “Per lui – dice sorridendo il figlio Ignazio – esisteva la destra metafisica, cioè, secondo l’espressione del vangelo, l’essere alla destra di Dio. Non si è schierato politicamente, lui stava con chi era alla ricerca di Dio. Quando Paolo VI nel ’72 parla del «fumo di satana» penetrato nella Chiesa, Cantoni capisce che c’è una crisi d’identità anche nella comunità cristiana e fa di tutto per aiutarla a non abbandonare la sua vocazione, a non diventare prigioniera del mondo”. Per altri era un pessimista, come se nella storia ci fosse solo tanto male. “Lui si definiva un «pessimologo», sapeva bene che l’errore per l’Occidente era allontanarsi da Dio. Credeva che più che detestare l‘errore, bisogna amare la verità”. Vicino all’arcivescovo Marcel Lefebvre, ne prende le distanze all’inizio degli anni ‘80 quando avverte che a Econe, il centro del suo movimento, si sta preparando lo scisma da Roma che poi si realizzerà nel 1988.
Giovanni Cantoni è stato un uomo lieto, contento di ciò che ha costruito, a partire dalla sua famiglia. Questa stessa letizia gli ha permesso di affrontare con pazienza, dal 2013 ad oggi, gli anni della malattia.
Davide Maloberti